Un altro caso legato al doping ha colpito il mondo del tennis. L'ITIA (International Tennis Integrity Agency) ha confermato la sospensione di un mese per Iga Swiatek, risultata positiva alla trimetazidina in un controllo antidoping effettuato ad agosto, fuori dalle competizioni. La tennista polacca ha già in parte scontato la sua pena saltando i tornei di Seoul, Pechino e Wuhan tra settembre e ottobre. Secondo quanto si legge dal comunicato ufficiale dell'ITIA, il contatto con la sostanza proibita è avvenuto attraverso l'assunzione da parte della melatonina, che la numero 2 del mondo utilizzava per problemi di sonno e jet lag. Proprio per questo: "Il livello di colpa della giocatrice - si legge - è stato considerato al limite inferiore dell'intervallo per nessuna colpa o negligenza significativa".
Lo sfogo di Halep: "Differenza nel giudizio"
Non solo Jannik Sinner, un caso del genere aveva coinvolto nel 2022 anche Simona Halep. La due volte campionessa Slam si era trovata nella stessa situazione dopo essere risultata positiva al test per il roxadustat durante gli US Open di due anni fa. Anche la tennista rumena aveva sostenuto di non aver assunto la sostanza intenzionalmente, ma l'ITIA la aveva comunque sospesa per quattro anni (pena poi ridotta a nove mesi, ndr). "Sono seduta e cerco di capire - scrive Halep dopo aver appreso la notizia della sospensione di Swiatek -, ma è davvero impossibile per me capire una cosa del genere. Mi alzo e mi chiedo, perché c'è una differenza così grande nel trattamento e nel giudizio? Non riesco a trovare e non credo che possa esserci una risposta logica. Può essere solo cattiva volontà da parte dell'ITIA, l'organizzazione che ha fatto assolutamente di tutto per distruggermi nonostante le prove. Com'è possibile che in casi identici verificatisi più o meno nello stesso periodo l'ITIA abbia adottato approcci completamente diversi a mio danno? Come potevo accettare che la WTA e il consiglio dei giocatori non volessero restituirmi la classifica che meritavo. Ho perso due anni della mia carriera, ho perso molte notti in cui non riuscivo a dormire, pensieri, ansia, domande senza risposta... ma ho avuto giustizia. Si è scoperto che era una contaminazione e che il passaporto biologico era una pura invenzione. E ho vinto qualcos'altro, la mia anima è rimasta pulita!! Mi sento delusa, mi sento arrabbiata, mi sento frustrata, ma non mi sento in torto nemmeno adesso".