Djokovic difende Kyrgios sul doping: "Conosco Sinner, ma una cosa è molto frustrante per noi..."

Il tennista serbo giocherà a Brisbane il doppio con l'australiano: "Jannik non mi sembra il tipo che farebbe una cosa del genere, ma siamo stati tenuti all'oscuro per cinque mesi. Caso gestito male"
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Valerio Minutiello
3 min

Djokovic a Brisbane giocherà sia il singolare sia il doppio con Kyrgios. Una scelta che ha spiazzato e deluso molti fan di Novak, visti i continui insensati attacchi dell'australiano nei confronti di Sinner. Il tennista serbo però non si nasconde, anzi ha voluto dire la sua dopo le recenti durissime parole del suo compagno di squadra sul caso doping Sinner. “Viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto di esprimersi - ha detto Djokovic - soprattutto sui social media. Nick ha parlato molto di tutto il caso doping di Jannik, e ha ragione sulla trasparenza e l'incoerenza dei protocolli e dei confronti tra i vari casi. Abbiamo visto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai test antidoping e per non aver comunicato la loro posizione, e alcuni giocatori di livello inferiore che aspettano che i loro casi vengano risolti da più di un anno.

Djokovic: "Sinner lo conosco, ma mi sono sentito molto frustrato"

Djokovic non entra nel merito del caso che ha coinvolto Jannik, e non mette in dubbio la lealtà del numero uno al mondo. A ferire il serbo però è stato il modo in cui è stata gestita la vicenda. Quei cinque mesi in cui nessuno sapeva nulla non li ha digeriti: "Non metto in dubbio se la sostanza proibita sia stata assunta intenzionalmente o meno - spiega Novak - . Credo nello sport pulito, credo che il giocatore abbia fatto tutto il possibile per giocare lealmente. Conosco Jannik da quando era molto giovane, quindi non sembra il tipo di persona che farebbe una cosa del genere, ma mi sono sentito molto frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all'oscuro per cinque mesi dopo che ha ricevuto quella notizia. Non è una bella immagine per il nostro sport, certamente non vorremmo vedere questo. Io gioco nel circuito da più di 20 anni ed è uno degli sport più puliti che ci siano. Continuerò a credere che questo sport sia pulito. Mi chiedo solo come funziona il sistema, e perché alcuni giocatori sono trattati in modo differente da altri”.


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