
Learner Tien ha appena battuto Daniil Medvedev al secondo turno degli Australian Open. Il diciannovenne americano è riuscito nell'impresa di eliminare il numero cinque del mondo dopo una battaglia oltre cinque ore. Di seguito, la sua intervista realizzata da Lorenzo Ercoli e pubblicata sul Corriere dello Sport in edicola lo scorso 20 dicembre.
“La prima racchetta l’ho presa in mano a 1 anno e mezzo. Mio padre è avvocato, mia mamma professoressa ed entrambi sono grandi appassionati. Sin da piccolo ho sempre fatto scuola a casa con mia mamma, poi mattina e sera giocavo a tennis con mio padre: è iniziata così”. 60 vittorie e 12 sconfitte: è stato semplicemente impressionante il 2024 del giovane Learner Tien, classe 2005, che alle Next Gen ATP Finals ha già rubato l'occhio con l'esordio vincente su Jakub Mensik. La sua storia ha il sapore del sogno americano: entrambi i genitori sono emigrati dal Vietnam per coronare i loro sogni. Suo padre è arrivato a Los Angeles in aereo, sua madre dopo dieci giorni di viaggio in nave. Il destino li ha fatti incontrare su un campo da tennis. Learner ha iniziato a vincere da piccolo e per il momento non vuole fermarsi. Già numero 4 del mondo under 18, nel 2024 ha conquistato sette titoli (3 Challenger e 4 Futures) e scalato oltre 350 posizioni toccando poche settimane fa un best ranking di 114 ATP. Dove fisicamente non arriva, il californiano compensa e si distingue per la grande pulizia tecnica e un’intelligenza tattica fuori dal comune. Il salto tra i grandi sarà una sfida, ma le Next Gen ATP Finals rappresentano un trampolino perfetto per farsi conoscere meglio, anche dai suoi futuri rivali.
60-12 quest’anno. È un momento in cui le sembra tutto facile?
È una prospettiva nuova, ma non direi che è tutto facile. Tra i professionisti ogni avversario ha le armi per batterti. Tante vittorie sono merito della mia capacità di problem solving che mi hanno consentito di trovare la formula giusta in giornate tutt’altro che perfette. Una volta che si inizia si alimenta un ciclo virtuoso che ti dà fiducia e serenità per continuare così. Sono molto contento di poter contare su quest’arma.
Sinner, Alcaraz, Shelton e pochi altri hanno fatto così bene da subito nei Challenger. Adesso sente la pressione di dover fare lo stesso nel circuito maggiore?
La mia classifica è cresciuta rapidamente, ma sento di avere ancora molto margine di miglioramento e questa consapevolezza mi entusiasma. Significa che il mio potenziale è molto alto e questo mi dà grande fiducia. So che arriverà un momento in cui la mia ascesa rallenterà e le cose si stabilizzeranno per un po'. Ma non mi scoraggio mai davanti a un muro e non vedo l'ora di cimentarmi con i migliori, compresi Jannik e Carlos, questo è il traguardo a cui ambire.
Dalle Next Gen Finals si aspetta qualcosa in particolare?
Sono contento di esserci e di come ho iniziato con Mensik. Per me questo torneo, più che la fine del 2024, segna l’inizio del 2025. Ho fatto la preparazione in California e poi andrò subito a Hong Kong, senza tornare a casa dalla mia famiglia. Jeddah è un bel banco di prova, ci sono diversi ragazzi che conosco. Tra questi, Fonseca, che prima di ieri avevo affrontato due volte da junior: al Roland Garros avevo vinto io, e agli US Open lui. È un ragazzo splendido, ha un grande talento, e il 2025 può essere un anno importante per lui.
In un tennis dominato da potenza e fisicità, lei si fa strada con qualità diverse. Quanto è stato difficile?
Ho sempre sentito di far parte di una nicchia di giocatori perché già in età junior ho affrontato tanti ragazzi con fisici più importanti del mio. Per me è fondamentale difendere bene e rimanere nei pressi della riga anche quando affronto tennisti con servizi e colpi potenti. Sul piano atletico mi muovo bene e so ingegnarmi per mettere pressione agli avversari senza affidarmi solo alla forza bruta.
Gli Stati Uniti hanno ritrovato giocatori di livello, ma manca ancora una stella. In patria sente già questa pressione?
Rispetto a inizio 2024 ho sicuramente più occhi addosso, ma non c’è ancora chi si aspetta così tanto da me. Negli USA il tennis a volte è oscurato da altri sport, ma gli appassionati sognano il prossimo campione americano. Nel 2025 spero di fare abbastanza per attirare più attenzioni.
Pensa di poter vincere uno Slam?
Come tanti, ho questo sogno, ma crescendo non mi sono fissato sull’obiettivo di diventare numero 1 o vincere uno Slam. Ciò che mi ha motivato finora è stato scoprire quanto bravo potessi diventare ed è ancora così. Ovviamente spero che questo mi porti tra i giocatori in grado di vincere titoli importanti.