"Pensavo che parlare dei miei problemi fosse un segno di debolezza"
L'angoscia di vivere un momento in cui la mente prende il sopravvento anche sul corpo, accompagnata da quel senso di vergogna che spesso colpisce chi attraversa fasi del genere nella propria vita, Ruusuvuori solo adesso si rende conto di quel che ha passato: "Non parlavo dei miei problemi mentali, per me mostrare vulnerabilità da sportivo significava non essere abbastanza forte".
"Prendetevi cura della vostra mente"
Il lungo outing del finlandese, termina con un mood positivo, quello di chi ce l'ha fatta e che, essendoci passato, sente di dovere qualcosa a chi attraversa le sue stesse difficoltà: "Spero che la gente capisca che nulla è più importante che prendersi cura di se stessi e della propria mente".
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