Perché Musetti ha scelto Perlas come nuovo allenatore: in cosa lo farà migliorare
Con l’arrivo di José Perlas nel suo team, Lorenzo Musetti apre un nuovo capitolo della sua carriera. Chiamarla ripartenza sarebbe ingiusto, d’altronde è reduce da due stagioni straordinarie che lo hanno portato, tra le tante cose, a un bronzo olimpico, due semifinali Slam e l’ingresso nella Top 10. Proprio per questo la scelta di affi ancare a Simone Tartarini, storico allenatore che lo ha cresciuto e guidato fin qui, un tecnico esperto come Perlas è il segnale di una crescita continua. I due inizieranno a lavorare insieme durante la preparazione invernale a Montecarlo: anche in caso di qualificazione alle Nitto ATP Finals, lo spagnolo non dovrebbe essere presente a Torino.
Perlas, reputazione top
Se qualcuno tra i tifosi sperava nel nome altisonante di un ex campione - alla Boris Becker o Goran Ivanisevic - potrebbe essere rimasto deluso. Ma dietro le quinte la notizia è stata accolta con entusiasmo. Perlas gode di una reputazione altissima tra i colleghi, un “top coach” senza essere stato un top player. Il suo curriculum parla da sé: spagnolo, classe 1960, da capitano ha guidato la Spagna alle prime due Coppe Davis della sua storia (2000 e 2004). Da coach ha conquistato il Roland Garros 1998 con Carlos Moya, poi numero 1 del mondo, e si è ripetuto nel 2002 con Albert Costa, arrivato fino al numero 6 ATP. La lista dei campioni allenati è lunga e pesante: Guillermo Coria, Juan Carlos Ferrero, Janko Tipsarevic, Nicolas Almagro. Va infatti ricordato l'entusiasmo con il quale fu accolto dall'opinione pubblica a fine 2011, quando arrivò in Italia per lavorare con Fabio Fognini. Insieme hanno vissuto cinque anni intensi, con alti e bassi, ma anche con una crescita che portò il ligure a sfiorare la Top 10. Lo stesso Perlas, più volte, ha riconosciuto meriti e limiti di quell’esperienza.
In cosa farà migliorare Musetti
Con Musetti lo scenario è completamente diverso. Perlas si inserisce in un team già collaudato, il suo compito non sarà ricostruire ma potenziare, lavorando sulla maturità tecnica e mentale di un talento puro. La sua ultima esperienza, appena conclusa con il Challenger di Helsinki, è stata al fianco di Dusan Lajovic, portato fino alla 23ª posizione ATP nel 2019. Ora lo spagnolo torna accanto a un giocatore di vertice, a cui può offrire nuove chiavi tattiche senza stravolgerne lo stile. L’obiettivo: aiutarlo a trovare più soluzioni per vincere punti e partite, un aspetto in cui Lorenzo è già cresciuto molto nell’ultima stagione. Ma, come confermano molti ex allievi e colleghi, è sul piano mentale che Perlas sa davvero incidere, plasmando la personalità dei suoi giocatori. Un elemento dal quale il numero 2 d'Italia potrà solo trarre vantaggi. Il nuovo duo tecnico, che inevitabilmente richiama quello Vagnozzi–Cahill nel progetto Sinner, non è in realtà una novità assoluta: negli ultimi due anni Lorenzo aveva già collaborato con Corrado Barazzutti. Stavolta, però, Perlas dovrebbe seguire più da vicino il carrarino, viaggiando con lui per più settimane.
Intanto, oggi Musetti comincia la sua avventura ad Atene, partendo dal secondo turno contro Stan Wawrinka (oggi alle 17). Il carrarino ha un’ultima chance per raggiungere le Finals, dopo il sorpasso di Aliassime: deve vincere il torneo. «Se guardo a cosa ho realizzato, quest’anno è la stagione migliore della mia carriera - ha ribadito Musetti all’arrivo in Grecia -. Sarà dura ma il mio obiettivo resta andare alle Finals, quindi proverò a vincere il torneo».
