Retroscena Sinner, scambi di sguardi teneri e un successo per la mamma

Il successo contro Shevchenko ha una dedica speciale: “Mi ha scritto mio padre per ricordarmi della festa!”
Retroscena Sinner, scambi di sguardi teneri e un successo per la mamma© ANSA
Ronald Giammò
4 min

ROMA - Quando tre giorni fa, dopo l'esordio vittorioso contro Kokkinakis, rivelò che «giocare al mattino mi piace perché una volta chiuso il match hai finito la tua giornata», Jannik Sinner era sincero. Tornato in campo in chiusura di sessione serale per il suo secondo match contro il russo Alexander Shevchenko, l'italiano ha infatti impiegato più del previsto per sintonizzarsi sulle condizioni trovate sul Centrale e domare un avversario disposto a sfidarlo senza alcun timore reverenziale. Esperto di videogame, il russo per buona parte del match era sembrato in grado di trovare il trucco giusto per neutralizzarne le iniziative. Merito equamente diviso tra il suo gioco, tanto coraggioso quanto imperfetto, e l'insolita imprecisione del numero uno azzurro, sempre più orfano di ritmo e incapace di organizzare una reazione più strutturata.

La strategia

Lasciar sfogare Shevchenko si è rivelata ben presto strategia poco redditizia; i pochi lampi di vincenti che di tanto in tanto Sinner è riuscito a mettere a segno, non sembravano comunque scalfirne l'intraprendenza; né è bastato aggiudicarsi il primo set per incanalare la partita nei binari sperati. Alla ripresa delle ostilità Shevchenko non è sembrato accusare il colpo ricominciando a tessere le sue trame. E né il servizio, qualche discesa a rete o l'aggiudicarsi quindici degli ultimi ventitré punti del secondo parziali sono bastati a Sinner per evitare un tie-break ancora una volta scandito da errori tanto banali quanto insoliti. «E’ stata una partita difficile - ha dichiarato poi a caldo Sinner - ho avuto le mie possibilità nel secondo set ma non sono riuscito a sfruttarle, ma nel terzo ho reagito bene e questa è la cosa più importante». Ed è stata proprio questa reazione «l'aspetto più positivo che trarrò da questo match», accesa da un paio di sguardi col suo box e rilanciata costantemente da un pubblico che ancora una volta non gli ha fatto mancare tutto il suo sostegno: «Il pubblico mi ha aiutato molto e sono felice di poter giocare un altro match di fronte a loro, spero davvero di poter rendere tutti felici».

Un pubblico felice, senza dubbio, e anche più attento dello stesso Sinner quando si è trattato di esultare. Non solo i tifosi, a sostenerlo c’erano anche i genitori ieri, dagli allenamenti alla partita, con sguardi teneri scambiati tra di loro. «Gli devo tutto, anche la persona che sono, ma ci passo poco tempo, sono andato via praticamente a 14 anni. La festa della mamma? Stamattina (ieri ndc) mi ha scritto mio papà per ricordarmelo. Scusa mamma! Ma faccio sempre un casino con le date…». Messo a segno l'ultimo punto del match, col Centrale ormai tutto in piedi, l'azzurro non si era reso conto di aver vinto il match ripresentandosi al cospetto del raccattapalle per avviare il suo turno di battuta. «Pensavo fossimo sul 5-1 - ha spiegato sorridendo - meglio così, ero concentrato e stavo cercando di giocare al massimo ogni punto». Meglio così. Meglio lasciar sfumare nella notte le impressioni di questa partita. Domani agli ottavi ci sarà Cerundolo ad attenderlo. E mattina o sera che sia, servirà una versione migliore del Sinner visto ieri per continuare la sua corsa qui a Roma e mantenere la promessa fatta al suo pubblico.


© RIPRODUZIONE RISERVATA