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Annuncia l'addio alle gare in singolo e forse potrebbe non giocare più nemmeno in doppio il prossimo anno

Sara Errani &egrave; al suo rettilineo finale. Sicuramente per il singolo e forse anche nel doppio. Ieri, intanto, ha salutato Roma, uscendo al primo turno degli Internazionali d&rsquo;Italia contro l&rsquo;ex numero uno del mondo Naomi Osaka e il Centrale, alla fine del match, gli ha riservato una lunga standing ovation. &ldquo;Questo &egrave; il mio ultimo anno in singolo e probabilmente Parigi sar&agrave; il mio ultimo torneo in singolare, poi non so se giocher&ograve; il prossimo anno, di

L'azzurra, battuta all'esordio a Roma dall'ex numero uno al mondo Osaka, non si nasconde: le sue parole

ROMA - Termina al debutto l&#39;avventura di Sara Errani&nbsp;agli Internazionali d&#39;Italia, al Foro Italico di Roma. La 38enne di Massa Lombarda, numero 177 del ranking (in tabellone con una wild card), crolla in due set (<a href="https://next.corrieredellosport.it/news/tennis/internazionali-ditalia/2025/05/07-140500532/internazionali_d_italia_errani_fuori_al_primo_turno_passa_naomi_osaka">2-6, 3-6 dopo un&#39;ora e 21&#39; di partita</a>) contro la giapponese Naomi Osaka, ex numero al mondo (ora 48esima), nel match che ha aperto il programma odierno sul Centrale. Dopo il match, Sara ha analizzato a caldo il match contro Naomi per poi svelare i suoi programmi per il futuro.

<h2>Internazionali d&#39;Italia, Errani a sorpresa: &quot;Questo &egrave; il mio ultimo anno in singolo&quot;</h2>

&quot;Non &egrave; facile accettare che provi a fare cose ma sentire che il corpo non reagisce come vorresti e che i colpi non vanno dove vuoi ma devi accettarlo&quot;, sottolinea Sara Errani nel post-partita. &quot;Ho avuto qualche chance nel secondo set, peccato, potevo far meglio da fondo campo visto che si giocava sulla terra. C&#39;ho provato in singolare, ma la mia priorit&agrave; resta il doppio&quot;. Poi l&#39;annuncio a sorpresa: &quot;Questo &egrave; il mio ultimo anno in singolo, probabilmente Parigi sar&agrave; il mio ultimo torneo in singolare. Non so se giocher&ograve; il prossimo anno, dipende da come andr&agrave; in doppio&quot;.

<div id="mustFocus"><span class="kcode ktype-Foto" data-k-id="140466407" data-k-inline_properties="[]" data-k-kid="sn:cds:140466407" data-k-thumb="https://cdn.corrieredellosport.it/images/2023/08/01/181443033-6fe67dc1-715e-4330-bc65-231f5caec601-th.jpg" data-k-type="Foto">[[ge:sn:cds:140466407]]</div>

Errani dopo il ko agli Internazionali: "Non so se il prossimo anno giocherò ancora"

Le parole del tennista statunitense: "Io non lo guardo in modo diverso rispetto a prima, infatti ci siamo allenati insieme. Sarei impressionato se vincesse già qui a Roma"

&laquo;La finale degli Us Open e quella delle Nitto ATP Finals sono state due partite diverse. A New York avevo l&rsquo;impressione di non poter fare niente contro Jannik, mentre a Torino non mi sono sentito cos&igrave; lontano&raquo;. A 27 anni, l&rsquo;ascesa di Taylor Fritz &egrave; affascinante perch&eacute; umana: fatta di alti e bassi, dentro e fuori dal campo. Un ragazzo che ha imparato a conoscersi e a conoscere il proprio tennis. Precoce s&igrave;, ma a volte tradito da un&rsquo;istintivit&agrave; che per anni &egrave; stata croce e delizia. Campione junior degli Us Open nel 2015, nove anni dopo si &egrave; trovato a un solo match dal riportare agli USA un trionfo Major che manca dal 2003, quando Roddick vinse proprio a Flushing Meadows. Qui a Roma difender&agrave; un importante quarto di finale e, in vista del debutto di sabato, <a href="https://www.corrieredellosport.it/news/tennis/internazionali-ditalia/2025/05/07-140505282/sinner_mania_a_roma_c_totti_le_tattiche_fallite_per_vedere_l_allenamento_con_fritz">si &egrave; allenato con Jannik Sinner</a>. Guardandosi intorno, avr&agrave; sicuramente notato i bambini arrampicati sulle statue e su ogni rialzo possibile pur di vedere qualche scambio, avr&agrave; sicuramente captato cosa significhi oggi questo torneo per il pubblico romano.&nbsp;

Dopo il documentario di Alcaraz tutti si chiedono se sia possibile vincere senza ossessione. Qual &egrave; il confine che consente di essere un top player senza sacrificare tutto?&nbsp; 
&laquo;&Egrave; molto difficile trovare un equilibrio, anche perch&eacute; &egrave; qualcosa di soggettivo. Alcuni hanno bisogno di prendere fiato, altri pensano solo al tennis. Io do il meglio quando sono motivato, ma allo stesso tempo rilassato. Per sentirmi cos&igrave; ho bisogno di tempo per fare cose che mi piacciono nel tempo libero, questo mi aiuta a scendere in campo con le energie giuste. Serve fare cos&igrave;, anche perch&eacute; credo che la stagione duri pi&ugrave; del dovuto e noi giochiamo troppo&raquo;.&nbsp;&nbsp;

Lo scorso anno ha giocato la miglior stagione della carriera, condita dalla finale degli US Open. Come ha vissuto la notte prima e quella successiva alla finale?&nbsp; 
&laquo;Alla vigilia del match con Sinner ero davvero carico, onestamente non sentivo il nervosismo che mi sarei aspettato prima di una finale Slam. Quando sono entrato in campo avevo il sorriso in faccia, anche perch&eacute; giocare per vincere lo US Open era ci&ograve; che ho sognato tutta la vita. Dopo invece mi sono sentito abbastanza male. Non per la sconfitta, ma perch&eacute; mi aspettavo di poter giocare molto meglio. Con una prestazione migliore, il mio umore sarebbe stato differente anche con lo stesso risultato. In quel momento la famiglia e gli amici hanno fatto un buon lavoro nel farmi vedere le cose positive&raquo;.&nbsp;

Alle Finals infatti gioca due match quasi perfetti contro Jannik. Cosa pensa un giocatore quando non bastano prestazioni simili?&nbsp; 
&laquo;Dopo il primo match mi sentivo molto bene, dopo la finale &egrave; stato pi&ugrave; difficile. Rispetto alla finale degli US Open avevo sensazioni diverse. A New York avevo l&rsquo;impressione di non poter far niente da fondo, mentre a Torino non ero dominato ed &egrave; stato importante per trovare fiducia. La differenza nelle due sfide l&rsquo;hanno fatta i punti importanti, dove lui si &egrave; espresso meglio. Per&ograve; ho preso spunto per capire dove posso fare ancora meglio in futuro&raquo;.&nbsp;

Dal ritorno di Jannik cosa si aspetta? Ha avuto anche lei la percezione di sguardi diversi nei suoi confronti?&nbsp; 
&laquo;Onestamente no, sicuramente io non lo guardo in modo diverso rispetto a prima, tant&rsquo;&egrave; che ci siamo allenati insieme. Non so se vincer&agrave; il titolo gi&agrave; qui a Roma, sarei molto impressionato. Fisicamente sar&agrave; in salute, ma quando non si compete per un po&rsquo; a volte possono volerci delle settimane per tornare a pieno regime. Non so esattamente cosa aspettarmi&raquo;.&nbsp;

Come gestisce le aspettative esterne di chi inizia ad aspettarsi vittorie ogni settimana e si chiede il perch&eacute; se non succede? C&rsquo;&egrave; il rischio che il benchmark diventi la finale Slam?&nbsp; 
&laquo;Accade spesso a un tennista. Ogni volta che fai bene fissi nuove aspettative e mi sono abituato. &Egrave; accaduto quando sono entrato in Top 10 ed &egrave; successo adesso dopo la miglior stagione della mia carriera. Se fai bene ci si aspetter&agrave; sempre di pi&ugrave; l&rsquo;anno dopo e finora sono sempre riuscito a convivere con il peso delle aspettative e crescere&raquo;.&nbsp;

Ha detto che secondo lei i tennisti giocano troppo&hellip;&nbsp; 
&laquo;Io so che giochiamo troppo&raquo;.&nbsp;

Ecco, quanto pu&ograve; dipendere dalla gestione del singolo tennista e quanto dal tour?&nbsp; 
&laquo;Noi non abbiamo potere per cambiare le cose. Se ci fosse una votazione tra i tennisti per accorciare il calendario di un mese, scommetto che l&rsquo;80% dei giocatori sarebbe a favore. Se dipendesse da noi la stagione sarebbe pi&ugrave; corta, ma &egrave; difficile rinunciare a dei tornei perch&eacute; andrebbe a influire sulla mia classifica. Vorrei avere del tempo per staccare, ma non voglio perdermi dei tornei dove tutti i miei rivali sono in campo&raquo;.&nbsp;

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