Carlos Moya potrebbe prendere il posto di Darren Cahill come Super Coach di Jannik Sinner a partire dal 2026. La notizia l’ha lanciata il portale russo Bolshe. L’ex numero uno al mondo spagnolo (per due settimane) potrebbe allenare quindi l’attuale numero uno. L’ipotesi è molto suggestiva. Ormai è noto che Darren Cahill lascerà il team di Jannik a fine stagione. Carlos Moya è entrato nella squadra di Rafa Nadal dalla fine del 2016, e poi nel 2017 è diventato il coach del campione maiorchino al posto dello zio Toni Nadal. Insieme hanno vinto tanto, anche se era già l'ultima fase della carriera di Rafa. Bolshe aveva già azzeccato due anticipazioni di recente: Safin nuovo coach di Rublev e la decisione di Jasmine Paolini di sostituire Renzo Furlan con Marc Lopez.
Piatti lo aveva detto
Forse a Riccardo Piatti, primo allenatore di Sinner, è già arrivata qualche voce. Fatto sta che a una recente intervista sul Corriere della Sera, aveva detto: "Io vedrei bene Carlos Moya, che avevo già preso in considerazione. È stato numero 1, conosce il circuito. Umanamente è un’ottima persona, come Darren". Chissà se questo matrimonio si farà. È maiorchino come Nadal, spagnolo come Alcaraz, grande rivale di Sinner. Qualche giorno fa si è espresso sulle ultime rivelazioni fatte da Carlitos nel suo documentario su Netflix, in cui diceva di voler essere un campione di tennis, ma anche divertirsi nella vita privata: "Già è difficile vincere conducendo una vita normale. È chiaro che per talento può riuscirci ad essere il migliore. Nel modo che dice lui? Dei tre big 3 (Federer, Nadal e Djokovic) nessuno è stato così. Però magari può essere un pioniere e ci riesce".
Cahill e l'addio a Sinner: ecco il motivo
Darren Cahill è diventato il super coach di Sinner nel giugno del 2022. In una recente intervista ha spiegato perché ha deciso di lasciare a fine anno, e non ci saranno ripensamenti: "Dopo tre o quattro anni è il momento per qualcun altro - aveva spiegato l'australiano - una voce diversa, un'ispirazione diversa. La finestra temporale per il coaching è forse tre o quattro anni. E se dura più a lungo sei più una persona che lo protegge o un manager. Perché c'è una finestra di tre o quattro anni in cui puoi impartire tutto, e questo è anche il punto dell'allenatore. Lo stile migliore di allenare un giocatore è insegnargli le cose in modo che possa risolvere i problemi da solo. E così il giocatore arriverà a un certo livello dopo tre anni. E quando gli dirai una cosa, lui la saprà già".