Buon riposo fenomeno
Sdraiato a terra, quasi incredulo, dopo due ore di meravigliosa battaglia contro l’amico-rivale. Il 2025 di Sinner si chiude con la vittoria alle Finals senza perdere un set, lasciando solo un servizio in tutto il torneo (ieri, all’inizio del secondo set) e allungando la striscia di successi indoor a 31 partite. Diventa superfluo parlare di numero 1 o numero 2 del mondo. Due Slam a testa (Melbourne e Wimbledon il nostro, Parigi e New York l’altro) Alcaraz in testa al ranking Atp ma lo spareggio di ieri tutto di Jannik. Due fenomeni. Ieri Sinner un po’ di più e se le sono già promesse: «L’anno prossimo mi farò trovare pronto», l’anatema di Carlos tra un complimento reciproco e l’altro. «Ci sono cose che posso fare meglio», la replica. Il resto è poesia di una partita giocata a un livello folle per chiunque a parte loro. Che alla fine è girata su una manciata di punti nei momenti decisivi: il set point salvato da Sinner con una seconda di servizio a quasi 190 all’ora, un paio di errori di Alcaraz nel tie-break uniti a due magie di Jannik, il break recuperato da Sinner nel secondo set (anche) con un dritto steccato che finisce sulla riga. Bastonato nella finale di New York, Sinner ha usato questi 70 giorni per costruire il suo tennis diverso, lavorando sul servizio come mai prima. Mettendo a punto la sua macchina per tornare a vincere dopo una grande delusione replicando la liturgia Roland Garros-Wimbledon. Ma ieri è successo qualcosa di più, perché soprattutto nel secondo set il servizio di Sinner si è inceppato, tra doppi falli e prime che non entravano. Usando tutto il resto, ha recuperato un break e vinto la partita, mandando fuori di testa Alcaraz, fenomenale nel trovare soluzioni sempre diverse e vincenti una o due volte al massimo (le palle corte soprattutto) ma non di più. Perché Sinner in corso d’opera è sempre riuscito a trovare le contromisure con lucidità e forza d’animo, mentre l’avversario ha perso un punto dopo l’altro. La differenza tra i due, ieri, è stata soprattutto questa. Li accomuna invece il modo straordinario in cui coltivano e usano il loro talento, aggiungendo sempre qualcosa, stimolandosi a vicenda. E se nel torneo che mette insieme i migliori 8 del mondo, loro due hanno lasciato agli altri sei solo un set (Alcaraz contro Fritz) vuol dire che un terzo uomo a quel livello al momento (e chissà per quanto) proprio non c’è. Ora per l’Italia è il momento della Davis, anche senza Musetti ma comunque competitiva. E Sinner? «Un po’ di riposo. Non vedo l’ora e onestamente me lo sono meritato». Se qualcuno non è d’accordo...
