Le scelte di Sinner
«Sono felice che questa storia sia finalmente uscita fuori, è un sollievo per me e per il mio team - ha ammesso Sinner, provando a ripercorrere i mesi in cui è sceso in campo tenendo il segreto - Sei sempre un po’ preoccupato che a un certo punto possa uscire fuori. All’inizio avevo una visione diversa, poi è stato un po’ più complicato con ciò che abbiamo affrontato io, la mia squadra e i miei legali. Anche perché alla fine io sono un tennista, questo è ciò che mi piace fare. Ovviamente ero preoccupato per il possibile verdetto. Però alla fine, come ho spiegato, sapevo di essere un giocatore onesto e la quantità della sostanza nel mio corpo era molto bassa: c’erano moltissimi zeri prima dell’uno».
Sinner, le reazioni
Come sempre pacato nei toni, Jannik non pecca nel contenuto. Soprattutto quando gli è stato chiesto delle critiche dei colleghi e di eventuali favoritismi per il numero 1 del mondo: «Ogni giocatore che risulta positivo attraversa lo stesso processo, non ci sono scorciatoie o trattamente diversi. Capisco la frustrazione di alcuni, ma forse in quei casi non sono stati in grado di spiegare in modo così dettagliato la provenienza della sostanza. Adesso comunque so chi è mio amico e chi non lo è; perché i miei amici sanno che non lo avrei mai fatto. Danni alla mia reputazione? Non è qualcosa che posso controllare”. In attesa dell’esordio a New York, il rapporto con il pubblico sembrerebbe essere quello di sempre. I posti a sedere per l’allenamento con Musetti sono andati a ruba e i due hanno intrattenuto i fan giocando diversi game. Nella marcia di avvicinamento al torneo, ci sono ancora tre giorni per lavorare. Oggi, alle 17 locali, condividerà il campo con il tedesco Jan-Lennard Struff; a seguire, una sessione individuale con il team.