Romanazzi: "Sinner sa rimanere sé stesso: è questa la chiave del successo"

L’opinione della mental coach di Jacobs e Donnarumma su Jannik e il caso doping
Romanazzi: "Sinner sa rimanere sé stesso: è questa la chiave del successo"© EPA
Christian Marchetti
3 min

«Come nasce un campione?»: alla fine della fiera, è questa la domanda delle domande a cui solitamente “costringiamo” un mental coach. E se il mental coach - in questo caso Nicoletta Romanazzi, preziosa alleata di campioni come Marcell Jacobs, Gigio Donnarumma e Mattia Perin - deve esprimersi su Jannik Sinner, il compito è quasi semplice, considerando la tenuta mentale del numero 1 del mondo nonostante gli ultimi, folli, mesi trascorsi con la notizia di una “positività-non positività”. 

Bella impresa, no?  

«Nel momento stesso in cui ti trovi ad assaporare il successo, devi essere consapevole che dovrai affrontare qualcosa che potrà trascinarti in una sorta di mondo parallelo. Il punto di forza di Sinner è proprio quello di rimanere sé stesso, checché ne pensino gli altri».  

Un altro punto di forza non sarà il suo rapporto distaccato coi social? 

«Certamente! Tanti dei miei atleti - e Jacobs è uno di questi - prima dei grandi eventi tolgono proprio le app dal telefono».  

I social sono così pericolosi? 

«Sono uno strumento utilissimo, ma, se ti fai condizionare da numeri e commenti, possono trasformarsi in una condanna. Senza dimenticare la loro incidenza sulle capacità di concentrazione. E questo è un grande problema delle nuove generazioni». 

Sinner incarna qualcosa di sorprendente. È d’accordo? 

«Certo, soprattutto per la sua giovane età. Ha una grandissima centratura e una grande consapevolezza. Mi auguro che continui a lavorare su questo aspetto con il suo mental coach». 

Uno sportivo professionista ha sempre gli strumenti necessari per selezionare le emozioni? 

«Non sono capacità innate, devi avere le persone giuste accanto che ti insegnano il valore delle emozioni. Il rischio più grande è proprio quello di non riconoscerle e non si possono raggiungere certe emozioni senza le farfalle nello stomaco». 

Ok, ma poi questi aspetti possono essere allenati? 

«Certo, appunto con il mental coach, che aiuta ad affrontare le emozioni negative. Perché la paura deve essere fronteggiata; se la eviti, invece, alza il volume e provoca più danni». 

Resta il “problema” del mondo esterno... 

«Noi non possiamo cambiare tutto, però possiamo cambiare “gli occhiali” con cui guardiamo le cose. Altrimenti devi aspettare che sia il mondo a cambiare e diventa una roulette russa». 


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