Sì, chiamateli Js Open. E’ giusto. Sacrosanto, anzi. Jannik Sinner vince il secondo slam stagionale ed entra nella leggenda del tennis italiano. Lo fa triturando in finale Fritz. Una partita senza storia, come molti avevano previsto. Sinner è arrivato all’apice della forma a questo ultimo atto e in campo sembrava un veterano. A tratti è stato ingiocabile per il povero Taylor. Jannik si prende gli Us Open con una personalità che fa spavento.
Sinner, l'incubo americano
Gli americani Jannik lo ricorderanno come un incubo: McDonald, Michelsen, Paul e infine Fritz. Uno dopo l’altro. La sensazione è che si poteva andare avanti all’infinto ma forse oggi nemmeno McEnroe avrebbe potuto nulla contro il magnifico tennista azzurro.
Il capolavoro di Jannik
La sua finale è stata un capolavoro di strategia, tecnica e qualità. Sinner - a parte un piccolo calo di concentrazione nel terzo set - è stato un uragano, semplicemente superiore a Fritz in tutto. L’americano, capita l’antifona, ha cercato di opporre una sterile resistenza prima di alzare bandiera bianca. I 28 mila dell’Arthur Ashe Arena non ci hanno nemmeno provato (neanche un fischio, complimenti): inutile provare a spaventare un fenomeno che non sente la tensione. Si era già capito tutto dopo i primi scambi. Anzi dopo il primo game: servizio Fritz e subito break per l’azzurro. Lì tutti avevano intuito lo spartito della finale.
Sinner-Fritz, una finale senza storia
Sinner ha giocato meglio da fondocampo, ha dominato il gioco, ha tenuto ritmi forsennati, è stato più reattivo e lucido. L’americano farraginoso e troppo pesante sulle gambe, ha sentito la tensione della sua prima finale in uno Slam e l’enorme responsabilità del momento (vent’anni di attesa per rivedere un americano vincere il torneo di casa): non è riuscito a capire come far male ad un avversario che sembrava un robot. Ci ha provato con il servizio, l’unica arma a disposizione, ma se lo scambio partiva, l’esito era segnato. Fritz a tratti faceva tenerezza: non è riuscito mai ad alzare il ritmo o a dominare. Tirava di là e la palla gli tornava indietro ancora più forte e in tutte le direzioni.
Sinner, l'extraterrestre
I numeri di Sinner sono da extraterrestre: 11 vittorie consecutive partendo da Cincinnati, due set soli concessi agli avversari in questo torneo. La vittoria di Jannik è anche una rivincita della nuova generazione: tutti e quattro gli Slam dell’anno li hanno vinti tennisti under 23: ovvero lui e Alcaraz.
Tutti i numeri di una leggenda
Il tennista azzurro sul veloce ha centrato 35 vittorie in questa stagione, sei trofei alzati al cielo, 23° vittoria dell’anno negli incontri del Grand Slam (il decimo giocatore della storia dell’era Open a riuscirci). E’ anche il primo azzurro a vincere 2 Slam nello stesso anno. Due in totale ne ha vinti anche Nicola Pietrangeli ma lui li ha conquistati entrambi al Roland Garros.
Sinner e la fuga in classifica
Sinner va in fuga anche in classifica con 4.000 punti di vantaggio sui diretti inseguitori. Dovrebbe accadere l’incredibile per non vederlo in testa alla fine dell’anno. Non ci sono più aggettivi per descrivere questi numeri: Jannik è semplicemente leggenda.