Sinner, la risposta a sorpresa sulla rivalità con Alcaraz: "C'è Djokovic, con lui la sfida più bella"

Il numero uno al mondo: "Zverev è sempre più vicino a vincere uno Slam e secondo me, quando riuscirà a vincerne uno, poi potrebbe partire. Poi c'è Medvedev, veramente tosto da battere nei major. Nole ha vinto l'oro olimpico ed è ancora lì perché sa che può ancora vincere"

È presto per parlare di Sincaraz. La rivalità con Carlos Alcaraz è sempre più affascinante, ma Sinner un po’ a sorpresa frena, preferisce andarci cauto. Il numero uno al mondo ha affrontato uno dei temi più caldi del momento nello speciale “Sinner, oltre il tennis - Capitolo 3", un lungo dialogo con il direttore di Sky Sport, Federico Ferri “Vedremo come andranno i prossimi cinque o sei anni - le parole di Jannik - e poi, potenzialmente, speriamo, sarebbe bello parlare di questo”. Non c’è solo Alcaraz, Sinner si è soffermato anche su Djokovic, Medvedev e Zverev. "Zverev è sempre più vicino a vincere uno Slam e secondo me, quando riuscirà a vincerne uno, poi potrebbe partire. Poi c'è Medvedev, veramente tosto da battere nei major. Nole ha vinto l'oro olimpico ed è ancora lì perché sa che può ancora vincere - ammette - Nel momento in cui saprà che non può più vincere, allora secondo me non resterà lì tanto".

Sinner: "Con Djokovic la partita più bella"

La partita più bella del 2024 non poteva essere una contro Alcaraz, anche perché le ha perse tutte fino al Six Kings Slam. Il ricordo più dolce non è nemmeno la finale vinta di uno dei due Slam, Australian Open e Us Open, ma la semifinale a Melbourne con Djokovic: "La partita che mi è piaciuta di più è stata la semifinale contro Nole perché ho avuto match point nel terzo, non sono riuscito a vincerla in tre, poi nel quarto sono ripartito - ricorda - Era molto difficile, una situazione complicata, perché Nole è un giocatore contro cui puoi vincere uno o due set, poi a un certo punto alza il livello e diventa difficile finire la partita. Questo è uno dei match, poi ovviamente la finale con Medvedev, da due set a zero sotto. Però erano anche difficili tutte le partite a New York. Carlos era fuori, Nole era fuori; ho vinto contro Medvedev e poi avevo tanta pressione. La finale sull'Ashe, contro un americano, non era semplice".


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Sinner: "Medvedev mi ha fatto crescere"

Oltra a quella con Alcaraz, c'è anche la rivalità con Medvedev, che però quest'anno ha visto Sinner strapazzare il russo, al limite dell'umiliazione nelle ultime due sfide: "Ci saranno sempre dei giocatori contro cui faccio più fatica - ha detto Sinner -, che mi mettono in difficoltà, ma sono proprio loro che ti fanno crescere come giocatore. Medvedev non riuscivo mai a batterlo, ho fatto tanta fatica. Però poi abbiamo messo dentro il serve and volley, le smorzate, l’attacco a rete, le volée, e lui mi ha fatto crescere". Un percorso di crescita che si è visto anche nelle ultime battaglie con Djokovic. "Sono diventato un giocatore migliore. Con Nole come con Alcaraz e come con Zverev che ho sempre fatto fatica a battere. Però ci saranno sempre dei giocatori nuovi che arrivano con delle nuove qualità e tu devi sempre continuare. Quindi è molto bello questo sport".

Sinner: "Vagnozzi e Cahill come l'acqua e il fuoco"

Sinner si è poi soffermato sull'importanza del suo team: "Vagnozzi e Cahill sono totalmente diversi, come il ghiaccio e il fuoco. Simone è un allenatore molto tecnico e tattico, invece Darren mi aiuta mentalmente e trova le parole giuste nel momento giusto. La differenza tra uno e l'altro a un certo punto è perfetta perché loro due si rispettano in una maniera incredibile".

 


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È presto per parlare di Sincaraz. La rivalità con Carlos Alcaraz è sempre più affascinante, ma Sinner un po’ a sorpresa frena, preferisce andarci cauto. Il numero uno al mondo ha affrontato uno dei temi più caldi del momento nello speciale “Sinner, oltre il tennis - Capitolo 3", un lungo dialogo con il direttore di Sky Sport, Federico Ferri “Vedremo come andranno i prossimi cinque o sei anni - le parole di Jannik - e poi, potenzialmente, speriamo, sarebbe bello parlare di questo”. Non c’è solo Alcaraz, Sinner si è soffermato anche su Djokovic, Medvedev e Zverev. "Zverev è sempre più vicino a vincere uno Slam e secondo me, quando riuscirà a vincerne uno, poi potrebbe partire. Poi c'è Medvedev, veramente tosto da battere nei major. Nole ha vinto l'oro olimpico ed è ancora lì perché sa che può ancora vincere - ammette - Nel momento in cui saprà che non può più vincere, allora secondo me non resterà lì tanto".

Sinner: "Con Djokovic la partita più bella"

La partita più bella del 2024 non poteva essere una contro Alcaraz, anche perché le ha perse tutte fino al Six Kings Slam. Il ricordo più dolce non è nemmeno la finale vinta di uno dei due Slam, Australian Open e Us Open, ma la semifinale a Melbourne con Djokovic: "La partita che mi è piaciuta di più è stata la semifinale contro Nole perché ho avuto match point nel terzo, non sono riuscito a vincerla in tre, poi nel quarto sono ripartito - ricorda - Era molto difficile, una situazione complicata, perché Nole è un giocatore contro cui puoi vincere uno o due set, poi a un certo punto alza il livello e diventa difficile finire la partita. Questo è uno dei match, poi ovviamente la finale con Medvedev, da due set a zero sotto. Però erano anche difficili tutte le partite a New York. Carlos era fuori, Nole era fuori; ho vinto contro Medvedev e poi avevo tanta pressione. La finale sull'Ashe, contro un americano, non era semplice".


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