«Rafa è un ragazzo speciale. Purtroppo la scelta del ritiro è stata in parte forzata. Quest’anno avrebbe voluto vivere una stagione intera, ma i piani non sono andati come sperava. Dopo l’Olimpiade si è preso del tempo per riflettere e ha scelto la Davis come il palcoscenico perfetto per dire addio al tennis giocato». Da un uomo di successo a un altro, le parole di Feliciano Lopez sull’amico Rafael Nadal. Il direttore della Coppa Davis fuori dal campo ha saputo reinventarsi con eleganza dopo un’ottima carriera. Da giocatore il best ranking di numero 12 ATP, la vittoria di 5 insalatiere e anche 4 successi negli scontri diretti con Nadal. L’addio ufficiale di Nadal sarà venerdì, con una cerimonia che si preannuncia memorabile: attesi Djokovic, Murray, tante celebrità spagnole e, soprattutto, un nutrito gruppo di amici del 22 volte campione Slam. Ma a Malaga, questa settimana di Davis non sarà solo nostalgia: c’è la caccia all’Insalatiera dell’Italia e l’ultima edizione del contestato format attuale, con i gironi a settembre e la Final Eight a novembre. Dal 2025 ci sarà un ritorno parziale alla tradizione: due turni classici seguiti dal gran finale tra le migliori otto
Prima di iniziare. Quanti no ha dovuto dire questa settimana?
“Veramente tanti (ride). Nel momento in cui Nadal ha annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo torneo è cambiato tutto ed è partita la follia. Ho detto no a tanti familiari».
Mamma e papà?
«Per loro li ho tenuti». Avversario, compagno e amico. Con che aneddoto ci racconta il “suo” Nadal? «Ce ne sarebbero tanti, ma pensando alla Davis sorrido ricordando il 2004. Primo turno a Brno contro la Repubblica Ceca: un giovanissimo Nadal debutta perdendo sia in singolare che in doppio. Siamo sotto 2-1, e la domenica tocca a me scendere in campo contro Jiri Novak. Mentre sto per entrare, vedo Rafa correre verso di me. Gli chiedo cosa stesse facendo e lui mi risponde “Volevo solo augurarti buona fortuna. Per favore, vinci questo match per me, poi al resto penso io”. Ovviamente lui porta poi a casa il punto decisivo. Questo dice tutto sulla mentalità di un ragazzo che, nonostante l’esordio difficile, aveva già quella convinzione incrollabile di poter fare la differenza».