Karen Moorhouse, Ceo dell'International Tennis Integrity Agency (Itia), assicura di sentirsi "assolutamente a proprio agio" su come è stato gestito il caso legato a Jannik Sinner. È passato un anno dalla positività ad uno steroide anabolizzante del numero uno al mondo e per il Ceo non ci sono stati problemi di comunicazione e soprattutto non c'è stata alcuna violazione delle regole da parte del tennista azzurro.
Il Ceo dell'Itia sul ritardo per la positività di Sinner
Tra i test positivi e l'effettiva comunicazione della positività da parte dell'Itia ci sono stati diversi mesi di ritardo, sia nel caso Sinner sia in quello legato a Iga Swiatek. "I problemi di comunicazione che hanno circondato il caso Sinner potrebbero aver rivelato un malinteso sulle nostre regole - afferma Moorhouse - in merito all'annuncio di test positivi e sospensioni provvisorie. Si é erroneamente creduto che stessimo annunciando test positivi, quando in realtà stavamo annunciando sospensioni provvisorie. In entrambi i casi, le regole sono state rispettate (...). Poiché i ricorsi hanno avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche".