Psicosi nel tennis dopo il caso Sinner: “La questione del doping fa paura”

Le preoccupazioni del russo Rublev, protagonista annunciato al Masters 1000 di Madrid, dopo quanto accaduto al numero uno del mondo: le sue parole in conferenza stampa
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BARCELLONA (SPAGNA) - "La questione del doping? Mi spaventa ma per me è molto importante. Noi giocatori dobbiamo dire dove siamo ogni giorno e bisogna ricordare dove si è stati, perché se lo si dimentica e vengono per un controllo e non ci trovano, è una colpa. Quando si commettono tre violazioni del regolamento, scatta una squalifica di tre anni".  Sono le parole in conferenza stampa del tennista russo Andrey Rublev che, a pochi giorni dall'inizio del Masters 1000 di Madrid, ha riconosciuto la tensione e lo stress a causa del "caso Sinner" in merito alle nuove richieste e i severi controlli antidoping a cui sono sottoposti quotidianamente i giocatori.

Psicosi nel tennis dopo il caso Sinner: terrore Rublev

"Non credo sia giusto. Noi giocatori siamo molto sopraffatti da questo problema. Col passare del tempo, la mia paura di prendere qualsiasi cosa è cresciuta. Se sto male, non prendo nulla per paura di risultare positivo in seguito", racconta il 27enne giocatore russo, riferendosi al programma di tracciamento ITIA (l'International Tennis Integrity Agency, ndr) che richiede ai giocatori di sottoporsi a test a sorpresa.

Rublev: "A Madrid potrei sfidare grandi giocatori come Sinner"

Il russo, che ha iniziato a lavorare con l'ex tennista Marat Safin - "Mi piace quello che dice e quello che vuole insegnarmi" - non si pone limiti, soprattutto nell'immediato: "Torneo di Madrid? Dipende da me. Devo giocare bene, e nei grandi tornei devi affrontare grandi giocatori come Alexander Zverev, Carlos Alcaraz o Jannik Sinner e dimostrare di poterli affrontare e di poter raggiungere il livello del tennis. Quando Alcaraz o Sinner non hanno giocato - prosegue Rublev - ho perso contro altri che stavano giocando molto bene. Non è importante contro chi stai giocando, ma quanto sei preparato a giocare ".


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