Retroscena Berrettini, cosa gli ha detto la mamma prima di Zverev

Il romano è in evidente crescita e sarà fondamentale per il match odierno di terzo turno contro Alexander Zverev
Retroscena Berrettini, cosa gli ha detto la mamma prima di Zverev© Getty Images
Alessandro Nizegorodcew
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Dalle lacrime di Stoccarda ai sorrisi londinesi. All’improvviso, apparentemente dal nulla, a Wimbledon è apparso il miglior Matteo Berrettini. L’azzurro ha sconfitto al secondo turno Alex De Minaur, numero 17 al mondo e specialista dell’erba, con un nettissimo 6-3 6-4 6-4. «È stata una delle mie migliori partite - ha raccontato Berrettini - anche perché Alex è molto ostico su questa superficie e in campo non molla mai. Ho servito molto bene e risposto con grande continuità, rimanendo sempre concentrato, senza evidenti cali di attenzione. È una vittoria che fa ben sperare, ma voglio mantenere basse le aspettative». Esplosivo, grintoso, attento, qualitativo. Implacabile al servizio (non ha subito alcun break nei sette set disputati nel torneo), continuo in ribattuta, Berrettini è sceso in campo in versione “deluxe”. Un lontano parente rispetto all’ATP di Stoccarda. «La cosa bella che sta succedendo è che sento un’energia buona, mi godo l’atmosfera, le sensazioni del campo. È la chiave di tutto». Gli occhi di Matteo sono quelli giusti e riportano la memoria alle grandi vittorie del recente passato. «Me lo dice sempre anche mia madre - spiega Berrettini - Lei vede subito quando ho l’occhio cattivo. È sicuramente un sintomo di benessere. Sto affrontando ogni match con la gioia di vivere il momento, non penso in grande; mi sto godendo e sudando ogni attimo». Il gioco di Berrettini è tornato a fare paura. Servizio devastante (30 ace), colpi da fondo campo, soprattutto il dritto, dei tempi belli (88 vincenti) e 50 punti vinti a rete. Il rovescio, nuovamente solido sia bimane che in slice, è in evidente crescita e sarà fondamentale per il match odierno di terzo turno contro Alexander Zverev (vincitore in quattro set, senza brillare, sul giapponese Watanuki).

Una sorpresa a metà

«Sono sorpreso della mia prestazione, perché solitamente ci vogliono settimane per raggiungere questo livello di tennis. Allo stesso tempo so di cosa sono capace. Questo sono io». Il romano, finalista a Wimbledon solamente due anni fa, ha ritrovato il proprio tennis all’improvviso, rispondendo alle tantissime critiche che avevano colpito il gioco e (soprattutto) la vita privata. La storia d’amore con Melissa Satta era diventata, per molti, la causa di ogni male. La verità è che oggi Matteo, dopo aver attraversato un lungo periodo di crisi, condito da tanti pensieri negativi, è sereno; umanamente e nella professione, che è tornato a vivere con il giusto atteggiamento. Proprio la parola “atteggiamento” è presente a Wimbledon in ogni sua conferenza stampa, a dimostrazione di un Berrettini consapevole. Matteo è un ragazzo di talento ma ancor più di grande intelligenza. Il secondo aspetto in questo sport può portare a un paradosso: pensare troppo. Chi riflette, chi è indeciso, chi si ferma, nel tennis è perduto. Ma l’intelligenza e la profondità d’animo (oltre a tanto lavoro fisico svolto negli ultimi mesi) sono anche le uniche armi per uscire dai momenti di crisi.

Zverev

Nemmeno il tempo di rifiatare e, per il quinto giorno consecutivo (a causa del maltempo che ha rallentato la sfida di primo turno contro Sonego), Matteo scenderà in campo oggi contro Alexander Zverev. I precedenti sono dalla parte del tedesco (4-1), ma non si sono mai affrontati su erba. «Non sarà forse la sua superficie preferita - chiosa Berrettini - ma Zverev ad Halle ha battuto anche Federer raggiungendo due finali. Inoltre serve benissimo. Per quanto riguarda l’aspetto fisico, sinceramente dopo quattro giorni consecutivi di match pensavo di sentirmi peggio. Sto bene invece, sto vincendo, il mio corpo prende energie. La verità è che tutto questo mi mancava».


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