Narcos: Messico, intervista a Michael Peña e Diego Luna

Disponibile dal 16 novembre su Netflix, la serie è formata da 10 episodi che raccontano la nascita del cartello messicano.
Narcos: Messico, intervista a Michael Peña e Diego Luna
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Dopo il successo delle prime tre stagioni e dopo aver accantonato la “leggenda” di Pablo Escobar, la serie Netflix, Narcos, arriva alla sua quarta stagione e mette piede in Messico. Questo quarto ciclo di dieci episodi, dal 16 novembre disponibili sulla piattaforma streaming, raccontano le origini della moderna guerra della droga messicana, partendo dalle radici.

Uno show, quello di Netflix, che ha coinvolto un pubblico vastissimo e che il Lucca Comics & Games 2018 ha fortemente voluto nel suo programma dell’area Movie. Così, nel giorno più delirante della fiera, il sabato, Michael Peña e Diego Luna sono stati ospiti dell’evento e hanno raccontato i loro interessanti e controversi personaggi: l’agente DEA Kiki Camarena e Miguel Ángel Félix Gallardo (“Félix”), il leader del cartello Guadalajara.

“Ho partecipato a tante fiere e convention, quando ho promosso Ant-Man – ha esordito Michael Peña – ma niente è come Lucca, con quello che ho visto qui. La differenza nel promuovere un film come Ant-Man e una serie come Narcos: Messico sta nel fatto che con il film mi inserivo in un universo già consolidato, mentre in questo caso, pur trovandoci alla quarta stagione, si tratta di una storia completamente nuova.”

Diego Luna invece ci tiene a sottolineare la differenza tra una convention e un festival cinematografico: “Quando sei a un festival tutto il tuo rapporto si esaurisce con la stampa, che sta lì a giudicare il tuo lavoro, o anche con il mercato, i produttori e distributori, dai quali dipende la sorte del tuo film, se sarà visto in tutto il mondo o no. Le convention invece sono tutte per i fan, si basano sulle connessioni con i fan, e me ne sono accorto a una convention di Star Wars. Per la prima volta i fan mi conoscevano bene, sapevano chi fossi e volevano parlare con me.”

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