Cobra Kai, perché vale la pena guardarla e perché no

Le tre stagioni della serie tv del momento analizzate dalla redazione che ha avuto opinioni discordanti
Cobra Kai, perché vale la pena guardarla e perché no
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La serie Cobra Kai (sequel dei mitici Karate Kid), disponibile in tutte le sue tre stagioni su Netflix, ha attirato l'attenzione di tutti in queste ultime settimane. L'abbiamo vista e abbiamo avuto opinioni discordanti che vi proponiamo qui sotto. 

Perché vale la pena guardare Cobra Kai 

Ciò che entusiasma di Cobra Kai, la serie tv sequel dei Karate Kid con Ralph Macchio, è non dividere più il mondo in bianco e nero, ma in una scala di grigi. Trentaquattro anni dopo la finale dell’All Valley e la sconfitta contro Daniel, Johnny Lawrence è un fallito mentre la faccia di Daniel LaRusso campeggia sui manifesti che pubblicizzano le sue concessionarie di automobili, che “prendono a calci la concorrenza”. 

Johnny decide di rimettere in piede il dojo Cobra Kai, ma stavolta vuole fare le cose diversamente, vuole insegnare il karate, ma dentro si sé cerca la forza di essere un uomo e un sensei migliore. Nel momento in cui scopre che il vecchio rivale ha riaperto il Cobra Kai, Daniel LaRusso decide di fare di tutto per ostacolarlo, anche violare le regole morali che Miyagi gli aveva insegnato. 

Così, Cobra Kai si dimostra una serie tv sui cattivi maestri, sul significato profondo dell’essere padre ai giorni nostri e sull’eterna lotta tra Bene e Male, tra Lato Chiaro e Lato Oscuro. L’inversione dei ruoli e il loro mescolarsi è ancor più evidente nella scelta degli allievi: il ragazzino dolce e perseguitato diventa un seguace della Legge del Pugno del Cobra Kai, il giovane farabutto ladro e imbroglione segue le orme di Miyagi e Daniel

Quello di Cobra Kai è un mondo complesso, come il nostro, ma incastonato dentro una struttura narrativa che cita a mani basse gli anni Ottanta e i materiali originali, che proprio delle serie tv degli anni Ottanta mantiene una sorta di linearità e semplicità. Se cercate linee temporali che si intrecciano e mondi alternativi che si parlano, Cobra Kai non fa per voi. Se volete fare un viaggio in quel che era e soprattutto in quello che è diventato, dategli un’opportunità, non vi deluderà.

Perché non vale la pena guardare Cobra Kai

Il coraggio gli va riconosciuto ma sperare di ricreare l’atmosfera unica che circondava un film come Karate Kid era impossibile. Impossibile perché sono cambiati i tempi e, soprattutto, siamo cambiati noi. La resa, ad essere onesti, è un gradino superiore all’”operazione nostalgia” che tanto fa tremare i polsi. C’è un evidente ribaltamento di ruoli tra l’arrogante Johnny Lawrence e Daniel LaRusso. Lo sconfitto si trasforma in vittima, bullizzato dal ragazzo che all’epoca subì lo stesso trattamento e che invece ora è un uomo di successo. La sensazione, però, è quella di assistere ad una serie di puntate di Beautiful con i giovani e adulti che si comportano e prendono decisioni incredibili e poco in linea con la realtà. Insomma un prodotto che non decolla e che spesso e volentieri mostra più luci che ombre. Lunga vita a Karate Kid!


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