Cyberpunk 2077, doveva essere ma non è stato

Delusione ma un po’ di fiducia è rimasta
Cyberpunk 2077, doveva essere ma non è stato
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Tanto amaro in bocca per questo Cyberpunk 2077. Dopo The Witcher 3: Wild Hunt, CD Projekt RED aveva già la poltrona pronta nel salotto dei “signori del tripla A”. E invece è rimasta fuori di casa, con tanto di “cazziatone” da parte della critica e dei giocatori. Quello che doveva essere il gioco dell’anno (non ha fatto in tempo per via dei troppi rinvii), della generazione e della storia, è finito per diventare uno dei peggiori. I troppi bug e una versione a dir poco incompleta hanno costretto migliaia di giocatori a chiederne il rimborso. Per correre ai ripari Sony ha ritirato Cyberpunk 2077 dallo store, acconsentendo il refund. Microsoft, dal canto suo, si è allineato all’azienda giapponese, senza però ritirarlo.

Insomma in tutto questo caos c’è chi ancora ci gioca, si diverte e lo ha apprezzato, mettendo in conto tutte le reali problematiche. Se lo si desidera acquistare adesso bisogna partire dal presupposto che il gioco è ancora work in progress. La software house polacca ha già rilasciato 6 hotfix che hanno corretto il “grosso” dei problemi. Ne mancano ancora altrettanti ma la strada intrapresa è quella giusta. Artisticamente il gioco è da 10. Night City, la metropoli distopica in cui si svolgono la storia e gli eventi di gioco, è in grado di conquistare anche chi non ha mai sentito parlare del genere cyberpunk.

Il gameplay ha tante lacune da sistemare. Alcune legate ai molti bug presenti, altre, invece, partono dalle fondamenta. La costante sensazione del “troppo” è difficile da oltrepassare. Anche dopo decine e decine di ore di gioco, alcuni aspetti sembrano nuovi, o perché tali o per colpa della dimenticanza. Ogni luogo è denso di oggetti da raccogliere e scansionare. L’effetto distrazione è sempre lì, in agguato, che aspetta un nostro passo falso. Quando si decide di partire per fare una cosa, si finisce, strada facendo, per cambiare idea e fare qualcos’altro. Questa non linearità del gameplay, a nostro avviso, può anche piacere (e a noi piace). In qualcuno, però, può ingenerare confusione, aspetto pericoloso quando si parla di videogiochi.

Cyberpunk 2077 rientra nella categoria degli ARPG in prima persona. Non è quindi né Call of Duty e né Destiny. Volendolo paragonare a qualcosa di già visto vi diremmo The Elder Scrolls III: Morrowind, anche se l’ambientazione e le tematiche non c’entrano “un tubo”. Dobbiamo, in verità, segnalare un aspetto, che noi giudichiamo il vero punto di forza dell’ultima creazione di CD Projekt RED. Cyberpunk 2077 è un concentrato della storia videoludica degli ultimi 10 anni. Al suo interno troviamo moltissimi riferimenti e meccaniche di giochi già visti e giocati. E da questo bisogna ripartire, affinché la software house polacca sia in grado di intraprendere una strada tutta sua. Le premesse ci sono tutte, bisogna solo avere fede e pazienza.


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