Hitman 3, pronti per l’ultima missione?

La trilogia vive il suo climax
Hitman 3, pronti per l’ultima missione?
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L’agente 47 torna operativo con Hitman 3, quella che sembrerebbe la sua ultima missione sul campo. Ci crediamo poco, o quanto meno non vogliamo farlo. Il nostro essere gamer non può pensare ad un mondo senza Hitman. 20 anni di onorata carriera non sono pochi, per una serie che ha attraversato generazioni ed ere videoludiche. La nostalgia si fa sentire, e il ricordo di quello che era e cosa è diventato oggi ci rende partecipi di qualcosa di bello.

IO Interactive pubblica Hitman 3 da studio indipendente. Lo fa con orgoglio, a testa alta e con la consapevolezza che la trilogia World Assassination è stata solo la giusta consacrazione. Non è un caso che, loro stessi, lo hanno definito il perfetto punto di arrivo. Ultimo capitolo, quindi. Conclusione oppure solo fine di un percorso? Non lo sappiamo con certezza, visto che IOI è concentrata, al momento, su un altro ambizioso progetto, Project 007. Si passa, dunque, da un assassino a una spia. E che spia.

Tornando a noi, il gameplay di Hitman 3 è coerente con quello dei capitoli precedenti. Viene lasciata moltissima libertà al giocatore sul “come” portare a termine la missione, invitandolo ad osservare ed analizzare ambiente e situazioni. Il famoso istinto diviene un elemento vitale, anche perché l’IA degli NPC lascia poco margine di errore. E questo vale anche per i famosi travestimenti, che non forniscono alcuna garanzia sul non essere scoperti.

La cura dei dettagli è, forse, quella cosa che ti resta di tutta l’esperienza. Si resta veramente a bocca aperta dal numero di elementi di gioco che il Glacier Engine riesce a gestire. E lo fa tutto in 4K e 60fps. Senza perdere un colpo. Su PS5, il titolo gode dei vantaggi del feedback aptico, con i grilletti adattivi che restituiscono la sensazione di premere il grilletto. Ogni tanto servirà.


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