It Takes Two, la gioia di condividere un momento

Riscoprire il buon vecchio “doppio”
It Takes Two, la gioia di condividere un momento
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Chiariamo subito una cosa prima di iniziare: per giocare a It Takes Two si deve essere per forza essere in due. Da qui non si scappa. EA ed Hazelight ci lanciano questo guanto di sfida, obbligandoci a condividere qualcosa con qualcuno. Scelta azzardata questa, anche perché, se non hai un amico “fidato”, giocare con il primo che capita non è proprio il massimo. Interessante l’introduzione del Friend Pass, che consente a chi non possiede il titolo di giocarci con chi invece ne ha la disponibilità. Un modo intelligente per “aiutare” in questa dinamica “dell’insieme”.

Si può “storcere” un po’ il naso di fronte a questa scelta progettuale. D’altronde non è la prima volta che gli svedesi di Hazelight optano per una soluzione del genere. Sia con Brothers Two Tale che, poi, con A Way Out, la componente collaborativa era alla base del progetto. La nuova generazione di console offre una bella spinta in chiave gameplay e il tempo vola, tra una battuta e una giocata.

La storia di It Takes Two ha dei contorni tristi ma in linea con la realtà. May e Cody decidono di prendere strade diverse e comunicano a Rose la loro volontà di divorziare. La piccola non ci sta e la sua fantasia obbliga i due genitori a prendere parte a un’avventura nei panni di due “pupazzetti”. Solo il saper dialogare e collaborare porta a conoscere il finale di questa storia.

Dal punto di vista tecnico, si può dire ben poco. Il motion capture dei personaggi è esaltato dai 60fps, con una risoluzione grafica di 4K in grado di dipingere delle ambientazioni che celebrano le doti creative degli artisti svedesi. Il resto, poi, lo dovrete scoprire con il vostro Amico, e la “A” maiuscola non è mica un errore.


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