Balan Wonderworld, frammenti di emozioni perdute

Un ritorno alle nostre origini
Balan Wonderworld, frammenti di emozioni perdute
2 min

Un bel tuffo nei ricordi con Balan Wonderworld, anche se è forse meglio dire un “richiamo” al bambino che si cela in ognuno di noi. È un gioco innocente, un platform senza troppe pretese. Ed è così che il Sonic Team fa il suo ritorno sulla scena videoludica che conta, anche se questa volta lo fa con un nome diverso. Yuji Naka e Naoto Oshima tornano con la Balan Company, una sussidiaria di Square Enix, publisher di questo nuova IP dedicata al pubblico dei piccoli.

In un mondo dominato da videogiochi impegnati e per adulti, arriva questa “aberrazione” che sembra quasi non c’entrare nulla con il momento storico attuale. E meno male che qualcuno ha avuto questa brillante idea di farci staccare la spina, con 12 livelli di puro e sano divertimento. Non è sicuramente il “classico” platform. Paragonato a Crash Bandicoot, giusto per citarne uno qualunque, i ritmi di gioco sono decisamente più lenti.

Dopo It Takes Two, Balan Wonderworld rappresenta un’altra bella sorpresa di questo nuovo anno, iniziato con molti prevedibili rinvii “autorevoli”. Gamesplus.it

Balan Wonderworld ci porta un regno magico, alla ricerca di frammenti di emozioni perdute. I due protagonisti, Leo ed Emma, dovranno aiutare delle povere persone contaminate dal male e dalla disperazione infusi dal perfido Lance, il villain del gioco. Ad aiutarli in questa missione ci sarà lo showman Balan, che, anche grazie al potere della musica, indicherà ai due ragazzi la strada per ritrovare le loro emozioni.

Il tutto gira intorno alla ricostruzione dell’Isola di Tims, abitata da dei piccoli e simpatici esserini che si nutrono dei nostri collezionabili, gemme colorate che si raccolgono nelle varie aree di gioco. Il concetto di “raccolta” è quello che possiamo definire il “core” del gameplay. Collezionando le statuine di Balan si sbloccano i vari livelli del gioco, compresi anche i mini-game. Il livello di sfida non è elevato per cui, mettetevi comodi e godetevi questo piccolo ma significativo esempio di “sano” videogioco.

 


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