Final Fantasy VII Remake Intergrade, il vero volto di Midgar

La nuova generazione accoglie la leggenda.
Final Fantasy VII Remake Intergrade, il vero volto di Midgar
2 min

Square Enix non resiste al fascino della nuova generazione, regalando, a chi è già in possesso della versione “base”, Final Fantasy VII Remake Intergrade. Questa versione migliorata del titolo uscito lo scorso anno per console PS4 punta tutto sul fattore visivo. Sfruttando il potenziale della nuova generazione ci si è spinti verso il 4K e i 60 fps, numeri, questi, che non possono viaggiare sempre assieme. Le due modalità inserite, fedeltà 4K e performance, cercano di accontentare un po’ tutti, anche se resistere al fascino dei “combattimenti fluidi” è quasi impossibile.

Il colpo d’occhio è senza precedenti. Illuminazione globale e occlusione ambientale regalano delle cartoline da catturare con l’inedita photo mode. Una novità assoluta e in linea con le tendenze attuali in materia di gaming. Midgar, con la nuova generazione, si accende. Un termine che può sembrare fuori luogo ma che a livello visivo ha un suo significato ben preciso. Non ci si accorge del grande lavoro svolto dagli sviluppatori sino a quando non si fa un giro nelle strade della metropoli.

Il gameplay resta pressoché invariato, ad eccezione del feedback aptico e dei grilletti adattivi che fanno registrare la loro presenza solo in alcuni rari momenti di gioco. Una volontà, questa, che denota un’attenzione verso altri aspetti, ritenuti, forse, più redditizi. Combat system e sviluppo del personaggio non cambiano di una virgola, ereditando il lascito dell’old-gen.

La novità è data da Intermission, un DLC acquistabile a parte con una nuova e breve storia inedita. Il protagonista degli eventi è un volto conosciuto. La piccola ninja Yuffie dovrà infiltrarsi nei laboratori Shinra e rubare la Ultimate Materia. Un piccolo modo, questo, per evitare la noia del dover fare sempre le stesse cose. L’attesa per i nuovi capitoli è appena cominciata, con la speranza di non dover aspettare troppo. La pazienza ha un inizio ma anche una fine


© RIPRODUZIONE RISERVATA