Il momento della consacrazione è arrivato con Guilty Gear -StrIVe-. La saga, oramai sulla piazza dal 1998, ha raggiunto un livello di maturazione tale da dar fastidio anche ad alcuni mostri sacri. La formula è collaudata ed è riuscita a costruire una community in grado da veicolare lo sviluppo del gioco con i suoi preziosi feedback. Il successo della serie inizia da loro, dagli appassionati che, da più di 20 anni, forniscono il loro contributo per il miglioramento del gioco.
Gli errori del 2014 sono serviti per creare un quarto capitolo decisamente più accessibile. La complessità ha lasciato spazio ad un approccio più ragionato, in grado di attrarre nella galassia di Guilty Gear nuovi adepti. Il tutorial e il training sono un’ottima palestra, utile per prepararci con quello che ci aspetta. La carne al fuoco è tanta, ma sarete sempre voi a decidere cosa mettere sulla griglia.
Dal pubblico del “solo” a quello del competitivo, Guilty Gear -StrIVe- non lascia nessuno a casa. Cambiano solo gli obbiettivi, i vostri ovviamente. Le modalità arcade, sudden death e missioni forniscono i giusti stimoli per non annoiarsi. È ovvio che l’interesse generale è puntato verso il mondo del competitivo. La nuova tendenza, esplosa con l’attuale pandemia, ha le potenzialità per portare sull’Olimpo l’opera di Arc System Works e Daisuke Ishiwatari. O quanto meno è quello che ci auguriamo.
La concorrenza è spietata e quando si parla di picchiaduro l’immaginario ci porta sempre verso i soliti noti. Nonostante questo, Guilty Gear ha dimostrato di avere uno stile in grado di meritare l’ambito premio dell’originalità, con un occhio che, da sempre, ha guardato con interesse il mondo degli anime. Lo stile di design, in questo senso, è inconfondibile. Basta uno screenshot per capire che si parla di Guilty Gear -StrIVe-, segno, questo, che il titolo è pronto per fare il giusto e meritato salto di qualità.