Scarlet Nexus, un melting pot esplosivo

Anime, rock e tanta (ma tanta) azione
Scarlet Nexus, un melting pot esplosivo
2 min

Il mondo aveva bisogno di Scarlet Nexus. Arriva con un tempismo perfetto, con la prospettiva di una ripartenza a livello globale. Bandai Namco e Tose ne approfittano con un recap culturale che coinvolge il mondo degli anime e quello cinematografico, dipingendo una storia immersa in un distopico futuro brainpunk. Una trovata commerciale per lanciare uno spinoff dell’ormai stra-abusato cyberpunk.

Per questo action rpg in terza persona viene utilizzato un design in stile anime. Si ricorre al cel shading, tecnologia di rendering che funziona egregiamente per enfatizzare i cartoni del sol levante. L’Unreal Engine fornisce una grande mano, con tutto il mondo di gioco che viaggia in stile anime. Una scelta, questa, che migliora di gran lunga il fattore immersione.

Il gameplay ci mette un po’ a carburare. Il sistema a fasi, che prevede sempre una pausa forzata finalizzata a migliorare i legami e sistemare la build, è un po’ anacronistico. Trattandosi di action RPG ci si aspetta di un flusso continuo, intervallato da momenti di grinding sempre integrati nel gameplay generale. Spezzare il ritmo per fasi obbligate stride con il tipo di narrazione. Non si vedeva una cosa del genere già da qualche anno.

La storia si apre verso la fase 3, con continui colpi di scena, alcuni dei quali un po’ scontati. Ispirandosi ad alcuni mostri sacri come Matrix, Inception, Akira, Evangelion e un pizzico di Naruto, andare a pesca di originalità diventa complicato. Nonostante questo è un titolo che convince a livello di trama e personaggi. L’unico tallone d’Achille resta il gameplay che non convince pienamente. Una scelta combo based, con le classiche chain tra attacco e difesa, sarebbe stata perfetta. Ci sono momenti in cui i colpi vanno a vuoto e si resta alla mercè del nemico. A nostro avviso, una candidatura ai GOTY 2021 potrebbe arrivare senza grossi problemi.


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