Tales of Arise, un JRPG che guarda al futuro

L’anime style diventa molto contagioso
Tales of Arise, un JRPG che guarda al futuro
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L’attesa è finalmente giunta al termine con Tales of Arise, sviluppato e prodotto da Bandai Namco. L’anniversario dei 25 anni della saga è celebrato nei migliori dei modi, con un “vero” capitolo della serie regolare. La Definitive Edition di Tales of Vesperia è stato solo un modo per acquietare l’impazienza dei fan che venivano da Tales of Berseria, uscito nel lontano 2016.

Ed eccoci qui, a percorrere un nuovo cammino fatto di battaglie, eroi e tanto (ma tanto) stile anime giapponese. Bandai Namco ha puntato molto sull’allineamento tra i due medium, che sembrano predestinati alla compenetrazione filosofica e ideologica. Con Tales of Arise, questo si vede anche più di Scarlet Nexus, con un gameplay che sembra ospitare delle dinamiche molto aderenti ai canoni di animazione. Le sequenze di combattimento sono spettacolari, con effetti speciali in grado di evidenziare la presenza dell’Unreal Engine 4.

L’osservato speciale, il Linear Battle System, che celebra la sua consacrazione. Il sistema di combattimento, che funge da marchio di fabbrica della serie, raggiunge un livello di maturazione notevole, e si eleva al migliore della serie Tales of. I combattimenti si sviluppano seguendo un giusto equilibrio tra hack’n’slash e RPG. L’attenzione va sicuramente alla composizione del team, che deve prevedere una strategia di base in grado di enfatizzare gli attacchi senza mai lasciare scoperto il “di dietro”.

La componente esplorativa non convince. Per quanto la direzione artistica sia di pregevole fattura, le mappe da esplorare appaiono sempre uguali nell’ambito del regno stesso. Questo non invoglia nel partire “senza meta” alla ricerca di collezionabili e missioni secondarie. La voglia di scoprire il destino che lega Alphen e Shionne, i due protagonisti di Tales of Arise, basta per evitare di guardare altrove. Giusto il minimo sindacale, restando concentrati sulla sconfitta dei 6 lord.


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