Gli azzurri del volley da Papa Francesco

200 persone, tra atleti e staff, guidate dal Presidente Giuseppe Manfredi e dal Segretario Generale Stefano Bellotti, ricevute dal Santo Padre in udienza privata in Vaticano
Gli azzurri del volley da Papa Francesco© Federvolley
13 min

CITTA' DEL VATICANO- Lunedì 30 gennaio 2023, un’altra data da ricordare per la pallavolo italiana. Le nazionali azzurre infatti, quest’oggi sono state ricevute in udienza privata in Vaticano da Papa Francesco. Le squadre, rappresentate da una delegazione composta da quasi 200 persone, tra atleti e staff, e guidate dal Presidente Giuseppe Manfredi e dal Segretario Generale Stefano Bellotti, hanno vissuto una giornata ricca di emozioni. Proprio il numero uno federale Manfredi, visibilmente emozionato, è stato portavoce in udienza di un toccante discorso riservato a Papa Francesco e di uno speciale omaggio nei suoi confronti: la maglia azzurra.

Dopo questo storico incontro con il Santo Padre, l’intera delegazione azzurra si è poi spostata presso il Foyer dell’Auditorium Conciliazione per un momento di convivialità dedicato gli organi di informazione. A tenere le redini di quest’incontro con la stampa sono stati Jacopo Volpi e Simona Rolandi, giornalisti RAI che da sempre raccontano i successi del volley azzurro.

LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO-

« Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti! Ringrazio il Presidente per le parole di saluto che mi ha rivolto a nome della Federazione e di tutti voi, atlete e atleti delle nazionali italiane di pallavolo, maschili e femminili, maggiori e giovanili. Insieme alla Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana state compiendo un percorso per diffondere sul territorio e tra le società sportive i valori educativi dello sport, in una prospettiva integrale che unisca alla tecnica la possibilità di dare il meglio di sé, sia nell’attività agonistica sia nella vita. Lo sport, infatti, deve essere sempre a servizio della persona e della società, non di interessi o logiche di potere. Vorrei dunque incoraggiarvi a proseguire nel cammino intrapreso, proponendovi alcune indicazioni che traggo dalle azioni fondamentali del vostro sport. Innanzitutto, la battuta, che è il primo colpo che dà il via al gioco. Nella partita, così come nella vita di ogni giorno, occorre prendere l’iniziativa, assumersi la responsabilità, coinvolgersi. Mai restare fermi! Lo sport può aiutare molto a superare timidezze e fragilità, a maturare nella propria consapevolezza, ad essere protagonisti, senza mai dimenticare che «la dignità della persona umana costituisce il fine e il metro di giudizio di ogni attività sportiva» (Giovanni Paolo II, Giubileo degli sportivi, 29 ottobre 2000). Alla battuta corrisponde la ricezione. Come bisogna essere pronti a ricevere la palla per indirizzarla in una determinata area, così è importante essere disponibili ad accogliere suggerimenti e ad ascoltare, con umiltà e pazienza. Non si diventa campioni senza una guida, senza un allenatore disposto ad accompagnare, a motivare, a correggere senza umiliare, a sollevare quando si cade e a condividere la gioia della vittoria. Servono persone che siano punti di riferimento solidi, capaci di insegnare a “ricevere” bene, individuando i talenti dei propri atleti per farli fruttificare al meglio. C’è poi l’alzata, il passaggio verso il compagno o la compagna che ha il compito di finalizzare l’azione. Non si è mai soli, c’è sempre qualcuno da servire. Non esiste solo la dimensione individuale, ma si è parte di un gruppo: ognuno è chiamato a dare il proprio contributo perché si possa vincere insieme. I giocatori di una squadra sono come le membra di un corpo: san Paolo dice che «se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui» (1 Cor 12,26). In un mondo dove si sgomita per apparire e per emergere a tutti i costi, dove l’io viene prima del noi, dove si scarta chi è debole e improduttivo, lo sport può essere segno convincente di unità, di integrazione, e può lanciare un messaggio forte di pace e di amicizia. Decisiva è certamente l’azione di attacco, che consente di fare punti e di costruire la vittoria. Lo sport deve promuovere un sano agonismo, senza scadere nella tentazione di vincere calpestando le regole. Il sacrificio, l’allenamento, il rigore sono elementi imprescindibili dello sport, mentre la pratica del doping, oltre ad essere pericolosa, è un inganno che toglie bellezza e divertimento al gioco, macchiandolo di falsità e facendolo diventare sporco. Per opporsi all’attacco, si fa il muro. Questa parola ci fa pensare ai muri presenti in diversi luoghi del mondo, segno di divisione e di chiusura, dell’incapacità degli uomini di dialogare, della presunzione di chi pensa che ci si può salvare da soli. Invece, nella pallavolo, quando si fa muro si salta in alto per affrontare la schiacciata avversaria: questo gesto ci aiuta a pensare la parola in un’accezione positiva. Saltare in alto significa distaccarsi da terra, dalla materialità e dunque da tutte quelle logiche di business che intaccano lo spirito sportivo. I soldi e il successo non devono mai far venire meno la componente di gioco, di divertimento. E per questo mi raccomando tanto: non lasciare mai la dimensione amatoriale dello sport. Lo sport o è amatoriale o non è sport. Questo va custodito bene, perché con questo voi custodite anche il vostro cuore. Cari amici, vi ringrazio per questa visita e vi esorto ad essere sempre testimoni di correttezza e lealtà. Molti ragazzi vi guardano e tifano per voi: per loro siete dei modelli, non deludeteli! Vi auguro di giocare bene divertendovi, diffondendo nel campo e fuori dal campo i valori dell’amicizia, della solidarietà e della pace. Di cuore benedico voi e i vostri cari. E, per favore, vi chiedo di pregare per me. Grazie! ».

LE PAROLE DEL PRESIDENTE MANFREDI-

« Santità, a nome della Federazione Italiana Pallavolo e di tutto il movimento pallavolistico italiano desidero esprimerLe i più sinceri ringraziamenti per averci concesso quest’udienza.
Avremmo voluto presentarci con tanti regali per dimostrarLe la nostra gratitudine e il nostro affetto, invece le doneremo solo un presente simbolico, ma per noi molto significativo: la maglia azzurra, insieme alla medaglia d’Oro conquistata dalla nazionale italiana agli ultimi Mondiali, una tra le tante vinte dalle nostre squadre nel corso del 2022.
Sperando di farLe cosa gradita abbiamo preferito regalare ai bambini del Dispensario Pediatrico Santa Marta del materiale d’abbigliamento, oltre a dei palloni, in maniera da permettergli di giocare e divertirsi.
La nostra scelta è stata dettata da quello spirito d’inclusione sincero e gratuito che da sempre caratterizzano la pallavolo. È nostra intenzione, inoltre, preparare e soprattutto condividere la mensa con i poveri accolti a Palazzo Migliori dall'Elemosineria Apostolica e dalla Comunità di Sant'Egidio, portando un aiuto concreto a queste persone.  Abbiamo saputo che, tra i migranti accolti al Centro Astalli, sono presenti dei giovani che in passato hanno giocato a pallavolo, e per questo è stata nostra premura donare attrezzature e vestiario sportivo, per consentire loro di tornare a coltivare la propria passione. Santità, mi preme sottolineare che queste azioni non sono solo gesti simbolici, ma rappresentano profondamente i valori del nostro sport. La Pallavolo è un gioco di squadra, nel quale è fondamentale la condivisione dei momenti di difficoltà, la fiducia nei compagni e l’aiuto reciproco. Senza fare squadra le nazionali azzurre non avrebbero potuto raggiungere i recenti risultati e soprattutto diventare un esempio d’identificazione per tantissimi giovani appassionati.   Nei prossimi mesi, tra agosto e settembre, avremo la fortuna di organizzare in molte città italiane i Campionati Europei maschili e femminili, una grande festa per il nostro sport. In quest’occasione è nostra intenzione lanciare un'iniziativa di solidarietà, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le Nazionali che saranno presenti alla manifestazione. Saremmo felici, se possibile, che fosse Lei a indicarci a chi indirizzare il futuro ricavato della raccolta, così da poter regalare ai destinatari un sorriso e un momento di condivisione, che vada oltre il solo aspetto economico, e permetta ancora una volta allo sport di essere portatore di valori umani ».

LE DICHIARAZIONI DEGLI AZZURRI-

Ferdinando De Giorgi-« Quella di oggi è stata una giornata unica. Ognuno di noi ha percepito l’importanza dell’incontro avuto in Vaticano con il Papa. Parallelamente abbiamo ancora una volta avuto la prova del tanto affetto e attenzione che c’è nei nostri confronti per il percorso che come federazione e come squadra abbiamo fatto. Mi è piaciuto molto il discorso del Santo Padre che ha legato i fondamentali della pallavolo alla spiritualità e all’aspetto sociale e valoriale che lo sport riesce a generare. Come ha ripetuto anche il Papa noi siamo visti come dei modelli dai più giovani e quindi abbiamo una responsabilità in più verso le nuove generazioni.  Quella di quest’anno sarà un’estate particolarmente importante che partirà con la VNL, poi proseguirà con gli Europei da giocare in casa e per concludere ci sarà il torneo di qualificazione ai Giochi di Parigi.  Una stagione, dunque, importantissima che rappresenterà per noi l’occasione di alzare ancor di più l’asticella. Eventi che dovremo vivere, però, con gli stessi valori e umiltà che ci hanno caratterizzato in questi due anni ». 

Alessandro Michieletto- « Un’emozione fortissima mai provata prima. È stato un onore. Le parole del Santo Padre ci hanno riempito il cuore di gioia. Momenti che rimarranno indelebili. E’ stata una mattinata bella e irripetibile. Ogni volta che scendiamo in campo con la maglia azzurra sappiamo di avere un per in più perché sappiamo di rappresentare un paese, un’intera nazione. Per questo vogliamo sempre fare bene e dare il massimo che abbiamo. La mia carta d’identità parla di un’età molto giovane ma non ci faccio tanto caso, preferisco far parlare i fatti. Abbiamo ancora un po' di mesi prima ma sappiamo che l’estate azzurra è sempre molto ricca di eventi. Non vediamo di indossare nuovamente la maglia azzurra ai Campionati Europei. Una manifestazione che giocheremo in casa, con i nostri tifosi e con ai palazzetti pieni. Sappiamo chiaramente che sarà una competizione difficile. Non vediamo l’ora ».

Simone Giannelli-« Quella di oggi è stata un’esperienza incredibile, mai avrei immaginato di essere qui in Vaticano ad incontrare il Papa. Sono grado di aver avuto la possibilità di vivere questa giornata che porterò per sempre nel mio cuore.  Noi abbiamo una responsabilità verso i più giovani e oltre ad essere dei bravi giocatori dobbiamo essere brave persone fuori dal campo. Questo è quello che dobbiamo riuscire a trasmettere ad ogni ragazzo che ci guarda e ci segue. Ognuno di noi sa che vestirà la maglia azzurra per un tempo limitato. Per questo tempo dobbiamo sempre onorarla e indossarla con grande piacere ed orgoglio ».

Davide Mazzanti-« Essere qui oggi è un dono. Oggi erano presenti le nazionali giovanili insieme alle seniores e vedere la moltitudine di persone che lavorano per far eccellere le varie nazionali è stato bellissimo. Sono rimasto molto colpito dalle parole di Papa Francesco soprattutto quando ha parlato della gioia del nostro ruolo di allenatori come veicolo per raggiungere i più giovani.  Il prossimo biennio sarà molto impegnativo e avremo bisogno di tante energie. Dovremo mettere a frutto tutta l’esperienza che abbiamo maturato in questi anni. Prendo in prestito le parole usate da Miriam Sylla nel docufilm “Un anno straordinario” in cui dice che dobbiamo lottare sempre fino alla fine finché ci batte il cuore e finché ci reggono le gambe ».

Sylvia Nwakalor-  « E’ stata una grande emozione, un momento davvero unico. Quella di oggi è stata una giornata molto importante per tutti noi. Anche nel suo discorso il Santo Padre ha parlato dei valori della vita e dello sport e noi ci siamo ritrovati nelle sue parole. È stato un messaggio importante e siamo molto contenti e onorati. In questi anni molti ragazzi hanno cominciato a seguire la pallavolo e ad avvicinarsi al nostro movimento. Ci sentiamo quindi dei modelli, degli esempi per questi ragazzi e in quanto tali dobbiamo dare il miglior esempio possibile. La maglia azzurra è la maglia azzurra, è sempre un onore indossarla. È un qualcosa che non ti stanchi mai di avere addosso. Tornare a respirare l’aria della nazionale è sempre qualcosa di unico »

Ofelia Malinov  « E’ stata un’emozione indescrivibile incontrare il Sano Padre. Soprattutto non è una cosa che capita tutti i giorni. Siamo veramente orgogliosi e onorati di aver partecipato a questa udienza privata. Il Papa ci ha ricordato che facciamo sport per divertirci e che nello stesso tempo abbiamo la fortuna di far divertire gli altri. Se ci sta il divertimento ci sta tutto. È stato davvero emozionante sentire queste parole ».

 

 


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