Keita: "Seguitemi, il mio volley è allegria"

La stella di Verona si confessa: «Festeggio ogni punto e questo piace ai miei tifosi, il razzismo? Mai subito qui in Italia»
Keita: "Seguitemi, il mio volley è allegria"© FIORENZO GALBIATI
Giorgio Burreddu
4 min

Quando guardava zio Idrissa giocare, a Bamako, Mali, gli occhi di Noumory Keita si riempivano di sogni, viaggi e ambizioni. Non era solo volley, era destino. «Ma il destino bisogna costruirselo con l’impegno e il lavoro quotidiano. Solo così si possono ottenere risultati importanti». I 206 centimetri di stazza e coraggio, comunque, hanno aiutato. Le mani d’acciaio e uno spirito di ferro hanno fatto il resto. Se ne sono accorti anche quelli della Lube, che oggi proveranno a rintuzzare questa WithU Verona da mille e una notte. «Loro sono una delle squadre più forti del campionato e dopo aver perso le prime due gare cercheranno in tutti i modi di vincere la prossima». Il principe della stagione è Keita, 21 anni, tanta voglia di vincere, spaccare, volare. Come un’aquila. Modesto, riservato, niente accenni al Mali, all’Africa. Nemmeno a chiedere. Tutte le energie del giocatore della squadra rivelazione sono concentrate qui, adesso.

Keita, Verona cosa le sta dando?
«L’opportunità di approdare nel miglior campionato del mondo e all’interno di questo gruppo sento che sto migliorando molto. La città mi piace, la vita è tranquilla e mi trovo bene con i compagni, con cui mi piace ridere e scherzare. C’è un bel rapporto».



E lei cosa sta dando a Verona?
«La mia determinazione. E anche il mio buonumore. Festeggio ogni punto, e questo viene anche apprezzato dai nostri tifosi».

Niente male come prima stagione in Italia…
«In un anno non è facile per nessuno imporsi, ma mi ritengo soddisfatto di quanto ho fatto fin qui. Sto dimostrando le mie qualità. Sono giovane e devo crescere molto per arrivare al livello che voglio raggiungere».

Lo sa che l’hanno paragonata a Osimhen, il bomber del Napoli?
«Ah sì? Non lo sapevo. I numeri dicono che sono tra gli schiacciatori che hanno messo a segno più punti in questo campionato. Mi piace prendermi responsabilità, ma in questa squadra la vera leadership è proprio il gruppo».

Come si batte la Lube per la terza volta?
«Allenandosi duramente ogni giorno. Solo con il lavoro quotidiano si possono ottenere certi risultati e le ultime partite ne sono la dimostrazione».

Siete la squadra da battere?
«No, ci sono avversari ben più attrezzati, vedi Perugia, Trento, Modena e la stessa Lube. Certo, abbiamo creato un gruppo affiatato e stiamo costruendo qualcosa di importante, ma è un percorso che richiede tempo».

La finale però è un obiettivo.
«Giochiamo per vincere, è lì che vogliamo arrivare. Faremo di tutto. Poi, certo, ogni partita devi affrontarla al meglio».

Cosa ha la Lube in più di voi?
«Più esperienza. Soprattutto in partite importanti come queste. Nella loro squadra ci sono giocatori di livello internazionale che hanno vinto tanto e che possono fare la differenza. Da parte nostra c’è un po’ più di spensieratezza, abbiamo meno pressione rispetto a loro, che sono i campioni d’Italia».

Lei ha sempre detto che sognava l’Italia. Perché?
«Qui si gioca la migliore pallavolo del mondo. Per chi sogna di diventare un campione di questo sport è la destinazione più ambita. Ci sono i giocatori più forti, da cui è possibile imparare e rubare qualche segreto».

Aveva punti di riferimento?
«Il primo è stato mio zio Idrissa, che giocava a pallavolo. È grazie a lui che mi sono avvicinato a questo sport. Il modello a cui mi ispiro è Leon, che ritengo uno dei giocatori più forti e determinanti al mondo. È un onore poterlo affrontare da avversario».

Cosa ha capito dell’Italia?
«Che si lavora sodo e che anche i minimi dettagli curati in allenamento fanno poi la differenza in partita. Qui a Verona c’è una grande organizzazione affinché le cose funzionino al meglio».

Paola Egonu ha detto che questo è un Paese razzista. Lei è d’accordo?
«No. Mai avute esperienze negative».


Acquista ora il tuo biglietto! Segui dal vivo la partita.© RIPRODUZIONE RISERVATA