Il volley azzurro diventa un caso: le quattro ragioni del flop

Le due squadre azzurre con più possibilità di medaglia non si sono ancora qualificate per i Giochi di Parigi. E' il crollo degli uomini che ha sorpreso tutti
Il volley azzurro diventa un caso: le quattro ragioni del flop© ANSA
Giorgio Marota
4 min

Calma e gesso. A invocarle è il presidente della Fipav, Giuseppe Manfredi, con parole molto più dolci per i ragazzi di Fefè rispetto a quelle che aveva riservato alle donne di Mazzanti (tra giovedì e venerdì il consiglio federale ufficializzerà il suo addio, poi ci sarà tempo per virare su Velasco). E così, la mancata qualificazione ai Giochi dell’Italvolley maschile non è stata una «delusione», bensì un «dispiacere»; e anziché ritenere che «sono stati commessi degli errori», come disse nel caso delle donne, Manfredi ha consolato «uno straordinario gruppo sicuramente stanco, che però ce l’ha messa tutta». I campionati ripartono, la Nazionale resterà ferma almeno fino a maggio, ma i federali cercheranno di sfruttare il tanto tempo a disposizione per incastrare tutti i tasselli del mosaico. Le differenze tra Italvolley femminile e maschile, del resto, sono evidenti: le ragazze arrivavano al doppio impegno europeo-olimpico sull’onda lunga dell’instabilità generata dal caso Egonu nel 2022; ecco, quelle scosse di assestamento hanno spaccato lo spogliatoio e le azzurre nel 2023 sono rimaste fuori sia dal podio continentale sia (momentaneamente) dall’evento a cinque cerchi. Il titolo mondiale, l’entusiasmo collettivo, l’affetto del pubblico e la straordinarietà della gioventù portata in trionfo avevano viceversa fatto maturare un credito verso la Nazionale degli uomini. Credito che tutt’ora esiste e resiste, nonostante le tre sconfitte nel preolimpico. De Giorgi, a differenza dell’esonerato Mazzanti, è saldamente al comando e nessuno in queste ore si è sognato di mettere in discussione l’allenatore che ha plasmato la nuova generazione di fenomeni. Fatto sta che oggi, a 290 giorni da Parigi, due tra le squadre con maggiori chance di medaglia rischierebbero di non partecipare. Il ranking, probabilmente, ci salverà. Basterà non precipitare rispettivamente dal 5° e dal 3° posto della graduatoria per staccare i pass: 4 nel maschile e 3 nel femminile. E la fase a gironi della prossima Nations sarà, da questo punto di vista, l’unica occasione per preservare il vantaggio sulle competitor.

Italia, le quattro ragioni del crollo a Rio

Sono almeno quattro le ragioni del crollo a Rio. La prima è il calendario, che ha costretto l’Italia a giocare 31 partite (15 in VNL, 9 all’Europeo, 7 al Preolimpico) in 124 giorni, dal 6 giugno all’8 ottobre, con tanto di 1.400 km percorsi per reggere il peso - e l’orgoglio - di un Europeo itinerante in casa. Sono fenomeni, non macchine. E probabilmente, nel momento clou, il motore s’è ingolfato. Questa, però, non può essere l’unica spiegazione. Dati alla mano, nessuna squadra al mondo ha giocato tanto quanto Italia e Polonia. La Germania ha disputato 25 gare, il Brasile e il Canada 24. «Sarà importante confrontarci anche con la Lega per ciò che concerne le date del nostro campionato» ha spiegato De Giorgi, preoccupato per lo stress che la squadra dovrà continuare a subire. Secondo aspetto, squisitamente tecnico: l’Italia ha concluso il Preolimpico con il 45% di efficienza offensiva. Troppo poco. In Brasile Romanò non ha mantenuto lo stesso livello, anche Michieletto e Lavia sono apparsi discontinui, Sanguinetti e Mosca al centro non hanno dato lo stesso contributo in termini di punti di Russo e i tantissimi errori al servizio (9 nel primo set di domenica) hanno fatto il resto. Terza questione: per la prima volta l’Italia ha giocato con il peso di sentirsi superfavorita dopo aver conquistato l’Europeo nel 2021 e il Mondiale nel 2022; gli azzurri non erano più outsider già un anno fa, ma il successo iridato ha fatto schizzare in alto l’asticella delle ambizioni. Al punto che, dopo una medaglia d’argento europea, De Giorgi ha dovuto spiegare in più occasioni che «non sempre si può vincere». Qualcuno, poi, ha trovato in questi inciampi un’altra possibile spiegazione: l’assenza prolugata di Anzani - operato a fine agosto per risolvere un problema di aritmie - vera e propria chiocchia del gruppo, vicecapitano e punto di riferimento per i giovani. In campo, nei momenti complicati, il carisma e la leadership che tutti gli riconoscono sarebbero stati una manna dal cielo.


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