Pagina 3 | Velasco esclusivo: "Volley, rugby e il calcio noioso: vi dico tutto"
Contento del rientro della Pietrini?
«Davvero molto, soprattutto per lei. A dire la verità non ci ho ancora parlato per sapere se sarà disponibile per la Nazionale. Dopo la Coppa Italia cercherà di capire, intanto bentornata».
Che stagione azzurra si aspetta?
«L’ho già detto e lo ripeto. Adesso arriva la parte più difficile. Non si sa ancora bene perché ma va sempre così. È successo a me in passato, a Fefè De Giorgi con i ragazzi. Il riposo mi preoccupa relativamente, lo gestisco. Mi preoccupa molto di più il fatto di non aver sviluppato gli anticorpi per affrontare le difficoltà. Nessuno sa come si comporterà la squadra una volta che si trovasse sotto per due set a zero. Non l’abbiamo mai vissuto. Abbiamo vinto due manifestazioni perdendo solo pochi set. Ma non si può pensare di vivere un’altra stagione come quella olimpica. È stata un’eccezione che conferma la regola, non la regola. Quest’anno avremo il Mondiale e dobbiamo prepararci mentalmente, sapere che ci aspetteranno tutti al varco per provare a batterci, battere la squadra campione olimpica. E tutti stanno lavorando per crescere, migliorare e batterci. Le ragazze l’anno scorso sono state grandissime, ora si tratta di continuare il nostro cammino con coraggio e consapevolezza. Nessuno ci potrà togliere quello che ci siamo presi, ma se vogliamo vincere ancora serve umiltà e capacità di continuare a imparare, curando il minimo dettaglio».
Cosa ne pensa dell’accordo della Lega con il fondo NJF per i diritti di immagine e tv, con le partite sui social delle atlete?
«A dire la verità non ne so molto. Dico solo che quando si riesce a far circolare più denaro all’interno di un movimento, è sempre una cosa positiva. Spero solo ci sia la possibilità di vedere le partite su uno schermo più grande di quello di uno smartphone. Perché ho bisogno di vedere bene i movimenti e le espressioni dell e ragazze in campo».
Cosa ci faceva a tavola qualche giorno fa con Quesada ct del rugby e l’ex campione di basket Scola al ristorante di Javier Zanetti?
«Siamo argentini, amici e ogni tanto ci piace ritrovarci tutti insieme: Javier non c’era perché era a giocare a calcetto ma ci rivedremo presto. Quesada è un grande. Ha già fatto tanto per il rugby italiano e ha appena iniziato. Presto li andrò a vedere al Sei Nazioni».
Lei che da sempre è calciofilo dentro, comprese le esperienze con Lazio e Inter, come vede il calcio di oggi?
«Da appassionato e tifoso di nessuna squadra, dico che prima o poi qualche cambiamento il calcio dovrà farlo. Perché se continua con questo possesso palla ossessionante, con i passaggi indietro al portiere, la gente finirà per annoiarsi e per abbandonare la televisione o gli stadi. Perché devo stare più di 90 minuti a vedere una partita noiosa quando in 20’ posso vedere tutti gli highlights della giornata? Non sta a me dire quali regole cambiare, quali innovazioni introdurre, dico solo che c’è bisogno di più ritmo e di giocare verso la porta». Amen. Per tutto.