Highlander Gioli: "Ci voglio provare"
Non arriva (ancora) ai livelli di Kazuyoshi Miura capace di giocare a pallone nella quarta serie giapponese a 58 anni, ma la strada è quella. Simona Gioli da Rapallo, centrale pluridecorata della nostra pallavolo femminile di club e Nazionale, con un palmares da urlo - tra cui 2 ori Europei e 2 Coppe del Mondo, tre scudetti, 1 Champions e tre Cev vinte - di anni ne deve ancora compiere 48 (a settembre) ma fedele alla sua natura “pazzerella” ha deciso di provarci. Sempre a settembre infatti tornerà a indossare le ginocchiere e a schiacciare in serie C con il Cus Cagliari. Con tanto di comunicato del club sardo: "È un sogno che si realizza - racconta il direttore sportivo Roberto Meriggioli -. Portare a Cagliari un’atleta del calibro di Simona Gioli è frutto di un lavoro lungo e complesso, iniziato più di un mese fa. La sua scelta di sposare il nostro progetto ci onora e ci motiva ancora di più a costruire qualcosa di importante".
E la Simo che fa? Conferma, a modo suo, ma conferma. Intercettata al cellulare ci racconta com’è andata: "La realtà è che mi sono innamorata di Cagliari quando ci sono andata con il mio compagno Paolo che ha origina sarde - il papà viene della Barbagia e ha degli zii nel capoluogo ndr -. Insieme abbiamo deciso che 'sverneremo' a Cagliari invece di prenderci il freddo a casa nostra vicino Brescia. I dirigenti del Cus mi avevano già contattata per giocare i playoff, ma non me la sono sentita. Ci hanno riprovato e ho accettato, però...".
Però, che tradotto in termini pratici significa?
"Che ci proverò, sarò lì, ma non sarà facile ricominciare. Devo fare i conti con l’età, l’usura fisica di tante stagioni - quasi 30! - di alto livello. Anche perché non tocco palla dal 2020, da prima del Covid, quando giocai l’ultimo anno con il Real Mazzano. Voglio essere chiara: ho dato la mia disponibilità ma dovrò capire come reagisce il mio corpo. Se faccio una cosa la voglio fare bene. Ho anche un’immagine da difendere".
L’entusiasmo non manca.
"Quello mai, perché tornare a schiacciare, murare è un grande stimolo. Ma per quanto sia bello questo progetto da highlander, non posso certo fare un patto col Diavolo. Se dovessi vedere che non riesco a dormire la notte per i dolori, dovrò trarre le mie conclusioni. In questi anni di stop ho fatto solo un po’ di pesi ma in maniera blanda, per tonificare. Per giocare serve di più. La società mi ha già detto che mi posso allenare quando voglio, ma non è questo il punto. Ora mi farò un po’ di vacanza, poi tornerò gradualmente in palestra per cercare di riabituare il corpo a certi carichi di lavoro per evitare infortuni che alla mia età mi farebbero perdere solo tempo. Poi, piano piano mi riaffaccerò in campo e vedremo che succederà. Non voglio creare troppe aspettative a nessuno e conosco bene i programmi del club che sogna la promozione. Ma proprio per questo voglio rispettare dirigenti e e colleghe dicendo subito le cose come stanno".
A casa come l’hanno presa?
"Il mio compagno all’inizio, scherzando, ha detto che ero impazzita. Ma sa bene che se mi metto in testa una cosa non mollo. Ora che mi vede felice dice che è felice anche lui".
Come ha visto le ragazze di Velasco in VNL?
"Bene, al netto del valore delle avversarie battute. È palese che sono tranquille, serene. Hanno raggiunto una sicurezza dei loro mezzi che rende loro tutto più facile. Ma alle finali ci sarà da lottare, come al Mondiale". L’highlander Gioli, ne sa qualcosa.
