RAVENNA- È tutto pronto per l’andata della finale di Challenge Cup, che domani al Pala De André (inizio ore 20, arbitrano lo sloveno Boris Skudnik e il polacco Jaroslaw Makowski) metterà di fronte la Bunge Ravenna ai greci dell’Olympiacos Pireo in quello che rappresenta un nuovo capitolo della storia del volley ravennate. Sono passati più di ventuno anni dal 3 marzo 1997, giorno in cui una formazione bizantina ha vinto la sua ultima coppa europea. Nel frattempo è cambiato il nome della competizione, allora Coppa Cev, come sono mutate la stessa società giallorossa, allora Porto Area e oggi Porto Robur Costa, e la formula, non più una partita secca in campo neutro (il sestetto di Ricci a Ginevra batté 3-0 i turchi del Netas Istanbul), ma una doppia sfida. Al match di domani, infatti, seguirà il ritorno in programma l’11 aprile nell’enorme “Peace & Friendship Stadium” di Pireo, nei pressi di Atene, in una struttura capace di ospitare fino a 17mila spettatori.
La sfida con l’Olympiacos è anche la riproposizione della finale disputata nel 1992, proprio in casa degli ellenici, con l’allora Messaggero capace di vincere la Coppa dei Campioni. C’è grande emozione quindi in casa Bunge per un doppio confronto che potrebbe rappresentare il suggello a una stagione vissuta ben oltre le più rosee aspettative.
« E’ un punto di passaggio cruciale del nostro percorso – spiega il tecnico Fabio Soli – raggiunto al termine di una serie di risultati andati oltre ogni previsione, tutti ottenuti senza che nessuno ci abbia regalato nulla. L’obiettivo è quello di arrivare all’11 aprile senza rimpianti, consapevoli di aver giocato tutte le carte a disposizione. Siamo molto contenti di esserci e speriamo di esprimere il meglio di noi stessi. Non dobbiamo pensare a tutte le energie spese per arrivare a questo punto, ma solo a giocare la nostra pallavolo, che spesso è stata ad altissimo livello ».
Se i ravennati sono approdati alla finale superando uno dopo l’altro avversari come i danesi del Gentofte (sedicesimi), i cechi del Brno (ottavi), i portoghesi del Benfica Lisbona (quarti) e i turchi del Maliye Piyango Ankara (semifinale), l’Olympiacos è stato capace di arrivare a questo traguardo al termine di una strada ancora più tortuosa. Sia nel turno preliminare contro i turchi del Bursa, sia nei sedicesimi contro i francesi del Tours, i greci sono andati avanti grazie ai successi al golden set, mentre in seguito hanno incontrato meno problemi per regolare gli azeri del Baku (ottavi), i belgi del Par-Ky Menen (quarti) e i russi del Surgut (semifinali). In campionato il team del Pireo è giunto al primo posto, centrando 22 vittorie in altrettante gare e distanziando di ben dodici lunghezze il Paok Salonicco guidato da Daniele Ricci. Nei quarti di finale dei playoff affronterà il Pamvochaikos Velo-Vocha, piazzatosi in ottava posizione al termine della regular season.
La rosa allenata dallo spagnolo Fernando Munoz Benitez è composta da un gruppo di giocatori di grande qualità, con il sestetto formato di solito dal palleggiatore della nazionale polacca Drzyga, dall’opposto finlandese Oivanen (ex Forlì e Piacenza), dagli schiacciatori Rauwerdink (l’olandese ha vestito la maglia di Latina, Cuneo, San Giustino e Monza) e Aleksiev (il bulgaro ha giocato a Monza e Corigliano) e dai centrali Petreas e Bohme (per il tedesco un’esperienza a Corigliano), mentre in seconda linea si alternano i liberi Stefanou e Daridis. A puntellare la rosa ci pensano le bande Roumeliotanis e Christofidelis, l’opposto Zoupani, il regista Stivachtis e il centrale Andreadis.
« Si tratta di un avversario che può contare su giocatori dai grandi nomi e dalla notevole esperienza internazionale. L’Olympiacos ha ‘bastonato’ un rivale quotato come il Surgut e in più avrà il vantaggio di disputare il ritorno in casa sua, davanti a un pubblico numeroso e caldissimo. Noi dovremo esprimerci al massimo in ogni fondamentale, dalla battuta fino alla correlazione muro-difesa, passando dal cambio palla. Al Pala De André sarà necessario raggiungere il miglior risultato possibile, cercando di porre buone basi per il match in programma in Grecia. Bisogna essere pronti a soffrire – termina Soli – e a combattere con le nostre armi quella che sarà di sicuro una battaglia durissima ».