Volley Scuola: riflettori su Vivona, Labriola, Giovanni XXIII e Newton

La parola ai professori, Monica Pietrangeli, Paola Mircoli, Gabriele Cara e Antonio Ferraro che raccontano le esperienze degli studenti di due scuole protagoniste nel torneo organizzato dalla Fipav Lazio
Volley Scuola: riflettori su Vivona, Labriola, Giovanni XXIII e Newton
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ROMA-Da ormai qualche settimana è entrato nel vivo il Volley Scuola, torneo che da trentuno anni rende protagoniste le scuole del territorio romano. Arrivati verso la fase finale dei numerosissimi gironi, suddivisi in categorie Junior, avente il limite di due tesserati per squadra, e Open in cui il numero dei tesserati non ha limite, abbiamo individuato le scuole che stanno brillando particolarmente rispetto ai loro validissimi avversari. 

I professori-allenatori delle squadre al comando dei rispettivi gironi ci hanno parlato sia dell’aspetto tecnico che della realtà generata da un torneo come Volley Scuola.

Il Liceo classico statale F. Vivona comanda la classifica del girone C di Junior femminile con 11 punti e a punteggio pieno. La prof.ssa Monica Pietrangeli analizza l’andamento di queste prime partite.

« Oltre alle due tesserate imposte dal regolamento, all’interno della nostra squadra abbiamo anche due ex pallavoliste di buon livello che sicuramente rendono la squadra più forte. Sfruttando questa formazione riusciamo a giocare con fasi e schemi che solitamente sono attuabili solamente a livello agonistico. Io vengo da una pallavolo di altri tempi e devo confessare che le ragazze mi stanno dando una mano in questa fase tattica. In attacco stiamo sfruttando le atlete tesserate che sono un centrale e un libero che però in questo momento sto utilizzando come opposto e in fase offensiva. Un aspetto che dobbiamo migliorare è sicuramente l’affiatamento tra compagne, dopotutto vengono da classi diverse ed hanno età diverse ed inoltre a livello di gioco sicuramente la ricezione è un aspetto in cui stiamo faticando di più rispetto al resto ».

Il Volley Scuola non è solamente un’attività che si gioca sul campo, ma porta con sé insegnamenti didattici, e non, che vanno oltre la pallavolo.

« Il volley scuola è sicuramente un percorso che non si ferma alla pallavolo giocata, ma dona ai ragazzi degli aspetti di educazione civica ed ambientale che, sommati a quelli della scuola, riescono a formarli a pieno. Attraverso lo sport, i ragazzi imparano a conoscere l’ambiente e rispettarlo, sicuramente si sentono più coinvolti e il messaggio viene assorbito completamente. Non nego che con tutte le attività extrascolastiche che hanno gli studenti è sempre più difficile aderire a questo tipo di attività, ma il Volley Scuola è un’iniziativa talmente positiva che non possiamo tirarci indietro ».

L’Iss A. Labriola sta dominando il girone A di Open Maschile, con un score immacolato considerato che non ha perso un solo set. La professoressa Paola Mircoli analizza i segreti di questo percorso ma anche le tante difficoltà che incontra con i ragazzi.

« Gli studenti sono oberati di impegni extrascolastici e quindi non sempre riusciamo ad allenarci con il gruppo al completo. Devo ringraziare il mio collega Schiavone che mi aiuta nella gestione degli allenamenti e posso ammettere che stiamo ottenendo degli ottimi risultati. Ostia è terreno fertile per la pallavolo, grazie alla grande quantità di società sparse per il territorio, ed infatti le 3 squadra affrontate fin qui sono state avversarie di tutto rispetto. La squadra si è formata quest’anno e ci manca ancora un po' d’intesa, i ragazzi hanno una buona lettura delle fasi di gioco e non ripetono mai errori fatti in precedenza. In questo momento, a livello tecnico, ci sta mancando la battuta, ma questo è dovuto principalmente agli spazi ristretti della nostra palestra, sono sicura che riusciremo a risolvere agevolmente questo problema già solo cambiando campo ».

L’Istituto A. Labriola e il Volley Scuola incrociano le loro strade ormai da anni, questo perché un’iniziativa del genere porta ai ragazzi molto di più del singolo risultato sportivo.

« Il nostro istituto ha da sempre una grande tradizione nella pallavolo, sono anni che partecipiamo a questo trofeo, dove l’agonismo sportivo e la competizione sviluppano un grande senso di appartenenza alla scuola stessa. Sport e didattica riescono a coesistere contribuendo comunque alla crescita dello studente che impara a relazionarsi con realtà diverse da quelle che trova nella singola classe. Quando si forma un gruppo con studenti di classi ed età diverse, si va oltre il singolo risultato sportivo, le squadre costruiscono un rapporto umano che va oltre il campo da gioco. A noi interessa, come al Volley Scuola, interessa creare un gruppo, una squadra, collaborazione tra le parti e una competizione sana come questa è semplicemente il contesto perfetto ».

L’Itis Giovanni XXIII allenato dal professor Gabriele Cara comanda agevolmente il girone Q di Junior Maschile, grazie ad un solo set perso tra tutti quelli giocati.

« Abbiamo una squadra completa, i due tesserati sono molto forti e per il livello che c’è in questa categoria siamo messi molto bene. Dal canto mio sto cercando di insegnare loro i ruoli, una volta automatizzati questi saremo sicuramente avvantaggiati, abbiamo i centrali che sono in grado di attaccare il primo tempo e un opposto tecnicamente completo, di conseguenza riusciamo ad essere pericolosi in ogni azione. Il gruppo è già molto unito, basterebbe migliorare l’interpretazione dei ruoli per fare il salto di qualità che ci serve per competere contro tutti, voglio che raggiungano un’autonomia come la femminile che sta facendo un altrettanto buon lavoro nel proprio girone ».

Il Volley Scuola riesce, tramite lo sport, ad offrire competenze che serviranno in futuro ai ragazzi.

« Lo sport è in grado di regalare e sviluppare tutte le competenze più importanti anche nel mondo del lavoro; come la collaborazione e la leadership, attraverso lo sport si può sviluppare tutto questo che diventa trasversale e l’alunno può portarlo nel quotidiano. Questa è la qualità che Volley Scuola porta con sé ogni anno ».

Nessun set perso e punteggio pieno anche per il Liceo Isacco Newton, testa di serie del girone N di Open femminile. Il professor Antonio Ferraro ci spiega i motivi di questo percorso netto.

« Le ragazze sono insieme da poco, ma già sono diventate un bel gruppo e soprattutto sono belle da vedere in campo. Con loro abbiamo costruito un rapporto orizzontale, condividendo tutte le scelte tecnico-tattiche, dai ruoli fino alla scelta della capitana. Analizziamo tutti insieme ogni fase di gioco, e dato che tutte quante giocano o hanno giocato a pallavolo conoscono schemi e movimenti in campo. La cosa che mi ha stupito di più è senz’altro il fatto di riuscire a modificare in corsa la prestazione, imparando direttamente da qualche errore fatto. Non abbiamo aspettative, giochiamo senza pressioni solo per il gusto del divertimento e proprio questo ci sta facendo giocare così bene. La nostra scuola inoltre non ha un campo regolamentare e siamo sempre in trasferta, di conseguenza quella che poteva essere una debolezza l’abbiamo fatta diventare un punto di forza, entrando in campo con una mentalità più spigliata ».

Il volley scuola va oltre lo sport, cosa può insegnare ai ragazzi un’attività del genere?

« Durante ogni torneo di Volley Scuola oltre all’aspetto competitivo, nell’accezione positiva del termine, quello che viene fuori è soprattutto l’aspetto emotivo che fa crescere i ragazzi. Non è tanto importante l’obiettivo finale, ma è il processo che insegna molto ai ragazzi. Durante una partita c’è collaborazione, cooperazione, si sviluppano competenze chiave che serviranno per un futuro lavorativo. Questo torneo li forma sotto tutti i punti di vista, al di là della prestazione fisica, mi piace sottolineare la sana rivalità che si sviluppa durante le partite e l’aspetto educativo che è preponderante in ogni fase di gioco in cui il fair play è messo al primo posto ».

 


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