La paura e l'effetto moltiplicatore dei social

“L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa” disse il Presidente americano Roosevel nel 1933. Era l’apice della Grande Depressione. “Una volta che il mondo sembra un luogo pericoloso la paura conosce pochi limiti” ha detto di recente uno psicologo americano. Più parliamo di una minaccia che non conosciamo bene, più attiviamo la paura. Più ci da insicurezza, più ci fa paura. È una spirale. Che scatena stress e ci spinge ad azioni irrazionali. Prima la paura si trasmetteva da persona a persona, con le parole ma anche con l’odore. È dimostrato che la paura si può fiutare. Poi sono arrivati i social media e…BUM! Uno studio ci dice che se una notizia ci spaventa o ci fa arrabbiare, abbiamo maggiori probabilità di condividerla, anche se non l’abbiamo verificata. Un bel problema. Lo studio dice che l’unica soluzione è ascoltare chi ci capisce, studiare, riflettere e agire, ma in modo razionale. Quindi, vista l’esplosione di fake news e teorie assurde sul virus, e visto che abbiamo imparato a non toccarci occhi, naso e bocca, pensiamoci due volte pure prima di premere il tasto “condividi”. E questo è un minuto contro la paura (video di Alessandro Geraldini)

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