L’ultimo gol in Europa porta ancora la sua firma, il suo genio. Intanto, come dice lui, «è passato un ventello, però è bello essere qui a raccontarcelo». Tomas Locatelli oggi è padel-dipendente (lo intercettiamo mentre armeggia con divise nuove di zecca), ma è sempre l’uomo giusto per rimescolare le carte e tirare fuori il re di coppa: Thiago Motta e il suo Bologna. Quale coppa, poi, lo scopriremo. «Sono estremamente felice - racconta Loca -, da dieci anni cerchiamo di fare il percorso dell’Atalanta. Arrivavamo sempre lì, sempre lì, sempre lì, e poi niente salto. Con una società così stabile, com’è possibile? Ecco, finalmente ci siamo riusciti».
Quanto si sta divertendo?
«Il calcio per un periodo non è che mi piacesse più di tanto, devo essere sincero. Adesso è diverso. Questo Bologna e i suoi protagonisti danno del tu al pallone. Per me il calcio è così: deve essere divertimento».
È anche più di così: c’è profumo d’Europa...
«Quest’anno c’è tutto, bel gioco, entusiasmo, vogliamo di arrivare lontano, divertimento. È un’annata incredibile. E pensa l’assurdità...».
Quale?
«Abbiamo l’opportunità di giocare in casa contro la Juventus magari ancora lì a due punti. Anno dello scudetto a parte, mai il Bologna è arrivato davanti alla Juve. Sarebbe la ciliegina sulla torta: nello scontro diretto, in casa, superi la Juve. Com’è che si dice? Non succede. Ma se succede...»
In città cosa succederebbe?
«Io giro, vedo le persone, sento l’aria. Tutto questo è entrato dentro ai tifosi. Si sta vivendo qualcosa di inaspettato. Se le cose te le aspetti hanno un altro sapore. Così è un’altra storia, vivi tutto in modo diverso. Questo Bologna sta toccando punti talmente alti e profondi che è tutto bellissimo».
A inizio stagione chi ci credeva?
«Nessuno. Dài, eravamo alle solite interviste.Tornavamo alle solite cose. Poi è arrivata questa squadra, un mega filotto, lo spettacolo. Lascia stare l’ultima partita, quella contro l’Udinese. A Roma? Che partita ha fatto il Bologna? Ha dato spettacolo. Questa squadra vince giocando bene. Altre squadre vincono senza esaltare».