Roma-Juve è valso il prezzo del biglietto

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Roma-Juve è valso il prezzo del biglietto© AS Roma via Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Alzi la mano chi immaginava che Roma e Juve potessero mettere insieme una partita del genere. Così divertente, emozionante, viva, anche disordinata. Ma sincera fino all’ultimo istante. Una partita a ondate, tutta un’occasione.

Non vedo mani alzate. De Rossi e Allegri hanno giocato aperto, entrambi con coraggio, limitando i tatticismi, e lo spettacolo ne ha beneficiato. Si è sostanzialmente verificato un cambio di identità. Che l’Olimpico ha dimostrato di gradire, nonostante il punto preso, uno solo. Insufficiente.

Partite simili, in serie A, se ne vedono pochissime, purtroppo: io do uno schiaffo a te, tu ne restituisci un paio a me e poi preparati a riceverne tre o quattro. Chiesa l’interprete che mi è piaciuto di più: la sua migliore prestazione stagionale; quasi sempre immarcabile, mi ha ricordato suo padre Enrico che a Parma stregò Ancelotti al punto da fargli rifiutare Roberto Baggio (è un complimento, spero che Federico gradisca). Subito dietro Chiesa, Mile Svilar, due mani sante e anch’esse sorprendenti.

Da Premier il ritmo e finalmente di livello i movimenti senza palla che hanno moltiplicato gli spazi e quindi lo sviluppo delle giocate. La Roma ha dimenticato la stanchezza (anche se dopo l’intervallo ha dovuto rinunciare a Dybala), la Juve se n’è fottuta del baricentro abbassato e del punto d’equilibrio e ha dato una diversa immagine di sé.

Esauriti gli apprezzamenti, devo però aggiungere che Roma e Juve non hanno niente a che vedere con l’Inter: sono imperfette, incomplete e soprattutto in mezzo, a centrocampo, concedono tanto ai campioni d’Italia. Per gamba, qualità individuale e visione.

Il punto sta bene alla Juve, meno alla Roma, attesa a Bergamo dall’Atalanta.


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