5 marzo 1993: Ben Johnson squalificato a vita

Il velocista canadese dopo il clamoroso scandalo alle Olimpiaci di Seul viene trovato positivo per la seconda volta
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Radiato!. Cinque anni dopo il clamoroso scandalo alle Olimpiadi di Seul, Ben Johnson viene squalificato a vita dopo essere risultato positivo al controllo antidoping per la seconda volta. Fatale al velocista canadese, allora trentunenne, una gara disputata a Montreal a febbraio. L’atleta di origine giamaicana stava cercando di ricostruirsi una credibilità dopo l’anamento dello storico successo olimpico del 28 settembre 1988, nella gara regina della velocità, contro il rivale americano Carl Lewis, "il figlio del vento". Nell’occasione Johnson aveva trionfato stabilendo anche il nuovo primato mondiale dei 100 metri piani con il tempo di 9”79. Un’impresa epocale cancellata dopo soli tre giorni, quando i risultati del controllo antidoping rivelarono la positività del nuovo campione olimpico. Johnson fu quindi squalificato per due anni, e la vittoria assegnata a Lewis che bissò così il successo ottenuto quattro anni prima a Los Angeles. A venticinque anni di distanza da quella finale, Johnson, che nella vita ha fatto anche il personal coach di Diego Maradona e Saadi Al-Gheddafi, ha dichiarato al quotidiano francese Le Monde che la sua squalifica sarebbe dovuta a una guerra di sponsor.


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