I 60 anni della Scuola di Formia

Malagò: «Il Centro di preparazione olimpica è nel futuro, eccellenza e stimolo del nostro sistema sportivo». Il viale della Scuola Bruno Zauli intitolato a Mennea. Il piazzale con la targa delle medaglie d'oro. Sara Simeoni: «Qui era casa nostra»
I 60 anni della Scuola di Formia
Leandro De Sanctis
5 min

FORMIA - Celebrare il passato con uno spot rivolto al futuro, una specie di ideale passaggio di consegne tra la Scuola di Formia tempio dell’atletica dei tempi d’oro e il nuovo Centro di Preparazione Olimpica che si apre a molte discipline e che diventa un crocevia di attività sportive soddisfacendo anche precise finalità economiche. Permi Sessant’anni del gioiello ideato da Bruno Zauli cambia la toponomastica della Scuola, si presenta il “Bilancio di Sostenibilità 2014” e si crea l’occasione per una passerella dal gusto un po’ retro, per non dimenticare il passato e dare forza al futuro. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, insieme con il vice segretario generale e Responsabile della Preparazione Olimpica, Carlo Mornati, hanno illustrato il “manifesto” della Scuola, rientrando dalla cerimonia di Viale Pietro Mennea e Piazza delle Medaglie d’oro. 
    «Formia è l’eccellenza del sistema sportivo del Paese, non è merito mio, né dell’attuale dirigenza Coni. E’ merito di tante persone presenti oggi e di chi non c’è più, che ha avuto la forza di ideare e sostenere questo progetto. Ringrazio il sindaco Bartolomeo per l’accoglienza e Davide Tizzano che gestisce il centro, con cura e passione. Lo Stadio dove prima giocava il Formia, va a implementare la struttura, grazie alla sinergia con il Comune e con le istituzioni locali e ci permette di aumentare l’offerta  Ringrazio chiunque abbia sentito questo posto come casa sua in questi 60 anni, non solo l’atletica che è la regina. Sono felice ed emozionato di vedere e abbracciare Manuela Mennea e Carlo Vittori per le emozioni che ci hanno regalato Pietro e Sara Simeoni, atleta del secolo che rappresenta tutti i fuoriclasse che hanno vissuto Formia. La celebrazione del passato e di chi ha scritto la storia è importante ma lo è ancora di più progettare un futuro vincente e questo posto offre la base per pensare in grande. Qui sono diventati campioni tanti atleti, anche stranieri. Deve essere lo stimolo anche per i nostri, nel considerare il centro come luogo ideale per infrastrutture, clima e capacità di saper fare squadra».
     
Pietro Mennea e Sara Simeoni sono stati i simboli dell’atletica dei tempi d’oro che sulla pista e la pedana di Formia lavorava per costruire successi indimenticabili. Sara Simeoni è arrivata domenica sera e si è immersa nei luoghi del suo passato: «Tornare qui mi dà sempre emozioni particolari. Formia per me e gli atleti della mia generazione ha rappresentato non solo un trampolino di lancio ma una casa, un luogo dove costruire successi e crescita agonistica. E’ stata un’ insostituibile compagna di viaggio, conservo emozioni indelebili che custodisco nell’album dei ricordi più belli. Sono andata a fare un giro in via Vetruvio, a rivedere negozianti, il ristirante dove andavamo prima delle gare e tornavamo poi a festeggiare. A Formia c’era rispetto per gli atleti, non c’era invadenza. Zauli fu davvero lungimirante a immaginare un posto così, aspettando l’Olimpiade di Roma 1960. Secondo me - ha concluso Sara riferendosi al presidente Malagò con un affettuoso soprannome - il “volpino” festeggia Formia sperando che porti ancora fortuna, come mi auguro anche io per l’atletica italiana. Forse è vera una cosa, noi dell’atletica eravamo un po’gelosi della nostra Formia, ma è bello che anche altri sport possano usufruire di questo Centro».
    Decine di campioni del passato che si sono riabbracciati come accade nelle rimpatriate tra compagni di scuola. Ma anche tecnici e presidenti federali di ieri e di oggi, a cominciare da Alfio Giomi numero uno dell’atletica con nei pressi Gianni Gola. 

 Nell’occasione si è voluto dare risalto al bilancio di sostenibilità con cui il Coni agisce, anche attraverso Coni Servizi. «E’ la fotografia di un Coni diverso, al passo coi tempi, all’estero mi riempiono di complimenti per quella che è la nostra storia e quello che stiamo facendo e vogliamo fare in futuro. Ci sono alcune, fondamentali linee guida: alto livello, tema sociale, che abbraccia il mondo degli Enti di Promozione. Quindi l’argomento territorio, infine governance e trasparenza. Spero di essere un buon presidente e mi auguro che Giunta e Consiglio siano all’altezza, così come i dirigenti e gli impiegati. Mi inorgoglisce un dato importante: siamo 11 persone in meno dello scorso anno, stiamo razionalizzando la macchina, siamo più donne che uomini e più giovani di un anno fa e vogliamo proseguire in quella direzione. A prescindere dal giudizio sul mio operato, nessuno può mettere in dubbio la volontà di governare come fossimo un libro aperto. Il tema della trasparenza è religioso e ci deve distinguere nei confronti di tutti. Infine c’è l’attenzione nei confronti delle persone. Tutti sanno che non ci sono discriminazioni, né favoritismi. Dobbiamo essere un modello, quando lascerò spero di avere la certezza di aver creato una filosofia per altri settori della pubblica amministrazione». 


© RIPRODUZIONE RISERVATA