Atletica - La Salis rinuncia all'Olimpiade

La martellista azzurra: «Troppo dolore per una infezione al tendine dell'adduttore. Non ce la faccio più»
Atletica - La Salis rinuncia all'Olimpiade© ANSA
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La martellista azzurra Silvia Salis deve rinunciare all'Olimpiade di Rio de Janeiro. Lo ha annunciato lei stessa: «Ho un’infiammazione cronica all’inserzione del tendine dell’adduttore. In pratica sento dolore ogni volta che spingo con la gamba destra. Ci convivo da anni, ma ora è diventato insopportabile. E per guarire, mi devo fermare per qualche mese Dopo Pechino e Londra, Rio sarebbe stata la mia ultima Olimpiade. Era un sogno, un obiettivo, da tanti anni, e rinunciarci è un grande dolore».  L'azzurra, ottava ai Mondiali di Daeugu 2011 (inizialmente fu nona, ma la classifica venne cambiata in seguito alla squalifica per doping di Tatyana Lysenko) racconta di un periodo non facile: “Vengo da un anno segnato dal processo al TNA. Io e i mie compagni quest’anno abbiamo affrontato accuse pesanti, e accumulato tanta rabbia. Immaginavo di incanalarla negli allenamenti e di smaltirla in pedana, ma non sarà possibile. Per l'Olimpiade avevo anche fatto una scelta importante come quella del trasferimento, per prepararmi meglio». Era andata a Schio, allenandosi con Paolo Dal Soglio: «Sì, è una persona straordinaria: generosa, presente, attenta. Con me ha accettato la sfida di allenare una specialità nuova, e se ho un rammarico è quello di non poter dimostrare la bontà del nostro lavoro. A Schio ho trovato il massimo, e anche una seconda famiglia: Chiara Rosa e Federico Apolloni sono i miei amici di una vita, allenarsi insieme ha reso tutto più facile. Pensavo di aver finalmente fatto quadrare il cerchio». Una sola gara nel 2016: il 67,32 di Genova del 6 febbraio. «A inizio anno a Potchefstroom già lanciavo lontano. Il 20 gennaio in Sudafrica ho provato a gareggiare, ma le fitte sono state troppo forti e mi sono arresa. Riesco gestire gli allenamenti curando molto il riscaldamento, ma in gara il dolore è spesso insopportabile. Recentemente mi sono dovuta fermare per un mese, poi ancora per tre settimane. Il problema però è cronico, si chiama ‘alterazione della sinfisi pubica’, e si cura solo con il riposo. Sto lavorando sull’aspetto posturale, per caricare il meno possibile l’adduttore, ma non posso fare molto altro».

Tornerà in pedana solo nel 2017: «Voglio ripresentarmi quando avrò risolto questo problema. Non posso più pensare di affrontare un’altra preparazione convivendo con il dolore. Ora sono tornata a Genova, e muovo i primi passi in una vita che, per la prima volta in 15 anni di Nazionale, non è scandita dagli allenamenti. Niente lanci, niente palestra… non mi resta che correre, e per una martellista è un bel paradosso. In questo momento ci tengo a dire grazie alle Fiamme Azzurre. Non è un ringraziamento di prassi, ma sincero e voluto a chi da diversi anni è sempre al mio fianco. Non avrebbero potuto mettermi in condizioni migliori, anche nei momenti più difficili».

 


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