Suora e Ironman: la storia di Madonna Buder

Nel 1985 ha completato il primo Ironman, alle Hawaii, e 27 anni più tardi ha stabilito un record per la categoria 80-84 anni: l'incredibile storia della Sorella americana che corre ancora oggi.
Suora e Ironman: la storia di Madonna Buder
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Il film “Unlimited Youth” è l'ultimo capitolo della campagna Nike “Unlimited” che include i film “Unlimited Courage” e “Unlimited You”, una serie di corti su atleti che sono stati pubblicizzati nel mese di agosto. Un modo per celebrare anche gli atleti… di tutti i giorni, quelli che cercano sempre di superare i loro limiti e che, anche nel corso di questa estate, proveranno a dimostrare il loro… potenziale illimitato. “Unlimited Youth” celebra un’atleta straordinaria, Suor Madonna Buder, e la sua determinazione a sfidare le concezioni convenzionali.

LA STORIA - Quando sorella Buder aveva bisogno di un po' di grinta in più per completare il suo primo triathlon Ironman, il Campionato del Mondo nelle Hawaii, ha pensato al divino canalizzando le sue energie in una direzione precisa. “Ho pensato alla linea del traguardo come l'ingresso verso il Paradiso, nella Pearly Gates - ha ricordato - e questo mi ha spinto fin lì”. Suor Buder ha completato il Campionato del Mondo nelle Hawaii nel 1985, all'età di 55 anni e poi a 82 è diventata la donna più anziana di finire un triathlon Ironman. Ha anche battuto il record per il miglior tempo finale (16 ore e 32 minuti) per la categoria 80-84 anni. Oggi, a 86 anni, ha completato oltre 45 gare Iroman, ciascuna composta da una nuotata 2,4 miglia, 112 miglia in bicicletta e una corsa da 26,2 miglia. La sua volontà d'acciaio le ha fatto guadagnato il soprannome di “Suora di ferro”. Per lei però non è stato tutto facile perché ha avuto infortuni come rotture di ossa e per pochi secondi una volta non è riuscita ad arrivare al traguardo. “L’unico fallimento è non provare perché lo sforzo per arrivare a un traguardo è di per sé un successo” ha aggiunto. Suor Buder ha iniziato a fare sport 7 anni prima della sua corsa alle Hawaii, nel 1978 quando ha partecipato a un seminario sulla costa in Oregon sotto la guida di un sacerdote che gli aveva consigliato questa pratica per armonizzare mente, corpo e anima. La Sorella ha “abbracciato” questo credo… all'estremo e poi ha scoperto il triathlon. La sua resistenza fisica lei la attribuisce alla capacità di ascoltare il suo corpo e al mantenimento di una mentalità positiva. “Portate il vostro atteggiamento sempre con voi: puoi avere successo o autodistruggerti. Se si pensa positivo si può anche trasformare una cosa negativa in positiva”. E’ grazie a tutta questa esperienza che può dare consigli a chi si avvicina al mondo dello sport, soprattutto ai giovani atleti: “La maratona si fa un passo alla volta”.


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