Doping, rapporto Wada shock: coinvolti mille atleti russi

Una pratica che secondo l'avvocato McLaren riguardava tutti gli sport, compreso il calcio
Doping, rapporto Wada shock: coinvolti mille atleti russi© AP
3 min

ROMA - Un vero e proprio terremoto. Più di 1000 atleti russi coinvolti nel doping. È quanto emerge dal rapporto della Wada e secondo quanto detto dall’avvocato canadese Richard McLaren il «doping riguardava tutti gli sport. Estivi, invernali e paralimpici. Una copertura che risale almeno fino al 2011 e che è continuata dopo le Olimpiadi di Sochi. Più di 100 atleti, inoltre, hanno beneficiato di un complotto istituzionale per nascondere test positivi». E tra gli sport sarebbe incluso anche il calcio.

La Duma introduce il reato di incitamento all'uso di sostanze dopanti

IL CALCIO - L'ultimo rapporto Wada, relativo allo scandalo doping, mette sotto accusa non solo gli "sport minori", ma anche il calcio. È stato lo stesso estensore dell'inchiesta, l'avvocato canadese Richard McLaren, a rivelare che sono addirittura 1115 gli atleti che hanno partecipato ad un vero e proprio programma di "doping di stato". Coinvolte 30 discipline, "sia di sport invernali che estivi e anche gli atleti paralimpici". Le anticipazioni dello stesso rapporto, rese pubbliche lo scorso luglio, avevano portato all'estromissione della Russia dai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro.

LA IAAF - "È tempo che questa manipolazione si fermi". Così in una nota la federatletica mondiale, la Iaaf, prende posizione sul documento del prof. McLaren, reso pubblico oggi, che getta una luce drammatica sul ricorso al doping in Russia. La Iaaf -ricorda la nota- "ha lavorato in stretta collaborazione con McLaren e con la Wada" (l'agenzia antidoping mondiale), e sottolinea che "oltre la metà (53%) degli atleti coinvolti nel rapporto sono già stati sanzionati o sottoposti a procedimento disciplinare. Anche tutto il resto avrà un seguito non appena le documentazioni delle indagini saranno disponibili". Il presidente della Iaaf, l'ex campione britannico Sebastian Coe, ha aggiunto che "la Iaaf è in prima linea nella lotta al doping fin dal 1928, quando la nostra è stata la prima federazione sportiva al mondo a mettere fuorilegge l'uso di sostanze proibite. Noi continueremo a fare i test antidoping, e le successive controanalisi, e a lavorare in modo collaborativo, chiedendo una giustizia rapida. Il lancio della nuova piattaforma di gestione dei controlli, denominata Athletics Integrity Unit ci aiuterà in questo impegno per garantire atleti puliti in tutto il mondo".


© RIPRODUZIONE RISERVATA