Golden Gala, lampi e lacrime nella serata di Gatlin

Circa 25.000 spettatori all'Olimpico hanno applaudito i salti della Beitia, i 100 di Gatlin, i balzi del fenomeno Pichardo. Oltre al ritorno della Vlasic. Il polso rotto di Sally Pearson, la camminata commossa della marcia azzurra nel ricordo di Anna Rita Sidoti
Golden Gala, lampi e lacrime nella serata di Gatlin
Leandro De Sanctis
2 min

ROMA - Il poker di Gatlin, lo sgarbo a Bolt, i voli delle signore del salto in alto over 30, dalla Beitia che per la prima volta vince una tappa di Diamond League e l'affascinante Blanka Vlasic che ritrova gioia e sorriso sulla sua pedana amica. Il Golden Gala 2015 è stato questo e molto altro, per il piacere di circa 25.000 spettatori, che hanno vissuto la serata in un clima competente e salottiero, con qualche acuto. Se il 9"75 con cui Gatlin ha cancellato Bolt dall'albo del meeting è stato il lampo brillante della serata, come non sgranare gli occhi dinanzi all'efficacia dei balzi del cubano Pichardo, 21 anni, un fisico esile e forza esplosiva nelle gambe. Ha sfiorato i 18 metri su una pedana ritenuta non proprio ideale (fino a ieri sera almeno). Non ha ancora trovato gli equlibri massimi nella dinamica dei suoi salti, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che sia lui l'indiscusso nuovo re del triplo. Chi vorrà il titolo mondiale a Pechino, dovrà fare i conti con lui.

Le roi Lavillenie ha provato i 6,05, invano. Curioso a livello cronometrico l'exploit dell'etiope Yomif Kejelcha, ancora minorenne (farà i 18 anni solo l'1 giugno) che ha vinto i 5000 esattamente nello stesso tempo (e con identico intermedio) con cui il marocchino Said Aouita conquistò l'oro ed il primato mondiale nella rassegna iridata di Roma 1987. 

E' stata anche la serata delle lacrime. Non per le modeste prove fornite dagli atleti italiani, dalla Trost in giù, ma per il dolore provato dalla campionessa olimpica australiana Sally Pearson, inciampata sulla quinta barriera dei 100 ostavoli e finita rovinosamente a terra con un polso probabilmente rotto (la sua serata è finita al Policlinico Gemelli). Nemmeno Brianna Rollins ha concluso la sua porva, anche lei ha cozzato sull'ostacolo, il sesto, sbilanciandosi. Lacrime anche dal gruppo della marcia azzurra, che ha camminato sulla pista dello stadio Olimpico ricordando Anna Rita Sidoti, la grande camoionessa azzurra prematuramente scomparsa poche settimane fa. Commozione generale inevitabile.


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