GIRO D'ONORE - Dodici anni dopo Helsinki 2005 sul tetto dello sprint sale di nuovo Gatlin. Il più fischiato dal pubblico si mette al collo la medaglia pesante, sullo stadio Olimpico cala il silenzio. Il Fulmine lascia con una sconfitta, ma a succedergli non è un giovane bensì un velocista più vecchio di lui. Il 35enne Gatlin riesce nell'impresa che aveva fallito due anni fa a Pechino e l'anno scorso a Rio, superando sul filo di lana il 21enne connazionale Christian Coleman. Per Bolt, partito male e poi rientrato sul podio, lo stagionale eguagliato a 9"95. E il giro d'onore, osannato dal pubblico di Londra.
IL GRAZIE DI USAIN - «Sono deluso, mi aspettavo di vincere ma sono partito ancora male, poi ci ho provato ma non sono andato come volevo. Se ho cambiato idea dopo questa sconfitta? No, ho deciso, mi ritiro e dico grazie a tutti. Sapevo dentro di me - ha commentato Usain a fine gara - che se non fossi partito bene non avrei avuto la possibilità di rimanere attaccato agli altri. Ma ho capito subito di non aver fatto una buona partenza. Gatlin? E' un grande avversario, e un lottatore. Dà sempre il massimo, io lo so bene, e ci è riuscito anche questa sera».
LE LACRIME DI GATLIN - «Mi sono subito reso conto di aver vinto. Usain è stato d'ispirazione per tutti noi in questi anni, e devo ringraziare lui se qui ho corso così bene. Sono commosso - ha detto Gatlin con le lacrime agli occhi - perché ho lavorato duramente per arrivare qui, a questo grande risultato».