Jacobs adesso va ricostruito: è corsa contro il tempo

L’olimpionico ha rinunciato controvoglia alle semifinali dei 100 per una contrattura e dovrà saltare anche la staffetta. Agli Europei mancano 29 giorni
Jacobs adesso va ricostruito: è corsa contro il tempo© ANSA
Franco Fava
4 min

È finita come si temeva andasse a finire. Il fisico sfinito dai ripetuti acciacchi e dai troppi stop&go si è dovuto arrendere a poco più di due ore dal penultimo atto della sfida più esaltante dopo i trionfi olimpici. La stagione iniziata con i fuochi d’artificio ai Mondiali indoor (oro e record europeo sui 60 a spese di Coleman, ieri sesto sui 100 nella finale di Eugene), si è trasformata in una via crucis senza fine. Dopo aver corso le batterie in 10”04 (personale stagionale) Marcell Jacobs non è sceso in pista per le semifinali. Decisione maturata dopo una notte di tormenti, seguita da una mattinata di frenetici consulti e accertamenti clinici, che in extremis ne hanno sconsigliato, o meglio “imposto”, lo stop. Marcell avrebbe voluto correre la semifinale (risultata poi alla sua portata), ma è stato costretto a gettare la spugna a seguito della contrattura alla coscia sinistra accusata nella batteria del giorno prima. 
«L’esame ecografico non ha mostrato lesioni muscolari, ma ha evidenziato in contrazione una zona di stasi ematica (ematoma; ndr) a carico del grande adduttore - il referto stilato dal medico federale, professor Andrea Billi - Un quadro clinico che può mettere a rischio l’integrità muscolare e portare lesioni, da qui la decisione di non consentire la partecipazione alla gara». 
C’è rammarico e delusione per una scelta drastica, l’unica però possibile per evitare rischi ben peggiori. «Una scelta dolorosa che mi ha costretto a interrompere il Mondiale nonostante abbia voluto esserci per confrontarmi con i miei avversari. Per evitare un infortunio più serio dovrò rimandare questo confronto alle prossime gare importanti, dopo un pieno recupero», le parole di Marcell.

Prospettive

Il forfait pone purtroppo una serie di riflessioni e interrogativi. Si poteva evitare questo calvario? Sono stati commessi errori di programmazione da quel 7 maggio in cui Marcell è stato colpito da una seria infezione gastrointestinale a Nairobi? E quel che più conta oggi, riuscirà a riprendersi pienamente in vista degli Europei di Monaco di Baviera, con la finale di 100 in programma tra 29 giorni?  
Marcell ha promesso che ce la metterà tutta per continuare a farci sognare. Ma una cosa è certa: il suo delicato e potente apparato muscolare necessita una profonda revisione. Senza affrettare i tempi di recupero. 
«Sapevamo in che condizioni erano i nostri due alfieri - commenta il d.t. Antonio La Torre, che in una nostra intervista di pochi giorni fa aveva definito Jacobs e Tamberi «gli eroi feriti» - A loro va il nostro ringraziamento per essersi messi in gioco. Aver tutelato l’integrità di Marcell è stato importante, perché la nostra destinazione finale sono i Giochi di Parigi 2024».  
Bene. Ma, in attesa di veder tornare a volare Tamberi nella finale dell’alto di stanotte, è lecito chiedersi se non era il caso di suggerire (imporre?) a Marcell uno stop agonistico ancor prima delle due uscite discutibili sui 100 al meeting di Savona del 18 maggio, con i postumi dell’infezione e i primi accenni ai problemi muscolari. La Torre avrebbe voluto che Marcell si fermasse subito dopo il rientro dal Kenya. Invece la situazione è andata via via aggravandosi. Come testimonia il referto della risonanza all’Istituto di Medicina dello Sport di Roma del 25 maggio in cui veniva evidenziato «un edema di 8 centimetri alla coscia sinistra con evidenza di lesione parziale della giunzione mio-tendinea prossimale al bicipite femorale estesa al tendine congiunto del bicipite-semitendinoso». Jacobs ha saltato Oslo, ma non gli Assoluti di Rieti del 25 giugno, al termine dei quali è stato costretto a rinunciare anche all’ultimo appello di Stoccolma, il 30 giugno.

Staffetta

Ora c’è il problema 4x100, che dovrà salvare l’onore conquistato a Tokyo. Chi prenderà il posto di Marcell in seconda frazione, la più lunga? Si vocifera che sarà Desalu con il “duecentista” Tortu in terza. Ma chi porterà il testimone al traguardo? «Troveremo una soluzione - commenta La Torre - Stiamo studiando alchimie diverse, dobbiamo batterci con le forze che abbiamo». Via libera quindi al quartetto Usa guidato da Kerley dopo la conquista del titolo iridato dei 100 in 9”86, seppure in affanno davanti ai due connazionali Bracy e Bromell (entrambi a 2/100), con Coleman sesto in 10”01. Il giorno dopo i dubbi sovrastano le certezze in Casa Italia.


 


© RIPRODUZIONE RISERVATA