Caos Jacobs-4x100: è scontro tra tecnici

Marcell sotto accusa, ma voleva correre malgrado i dubbi di coach Camossi. Il presidente Mei furioso
Caos Jacobs-4x100: è scontro tra tecnici© EPA
Franco Fava
4 min

MONACO - «Tutto bene. Volevo l’oro ma va bene anche il bronzo. Quello che mi lascia l’amaro in bocca è stata l’esclusione della 4x100 dalla finale europea: era da Eugene che sognavo di tornare a vincere con il testimone in mano come a Tokyo». Il giorno dopo il bronzo dei 200, Filippo Tortu entra a buon titolo nella discussione sempre più accesa circa l’incredibile flop in batteria del quartetto azzurro. «Non entro nel merito delle scelte dei frazionisti, ma era chiaro da gennaio che se fossi andato in finale nei 200 non avrei potuto correre 12 ore dopo la batteria - racconta il sardo-brianzolo - Perché non è stato schierato Desalu in terza? Aveva corso già due volte i 200 e non è facile recuperare. Ci siamo ritrovati a gestire una situazione complicata e inedita. Il forfait di Jacobs in riscaldamento, sostituito in extremis da Polanco? Non ci siamo sentiti dopo la mia medaglia, ma so che aveva accusato un fastidio al polpaccio. Quartetto da rifondare per Budapest 2023? No. Siamo bravi, anche se ci è andato tutto male. Non è che il calcio campione d’Europa eliminato dai Mondiali abbia ora solo dei giocatori scadenti». I complimenti da Marcell sono arrivati via social. A Tamberi (oggi a Budapest per l’addio al nubilato) ha confermato la presenza al matrimonio con Chiara il 1° settembre: «Gli avevo promesso che sarei andato se avessi vinto una medaglia». Prossime gare? «Sono tentato da Losanna (venerdì; ndr), ha una curva molto larga e veloce. Mi dò un’altra notte per pensarci, altrimenti me ne torno al mare in Sardegna da papà e mamma».

I sospetti

Il giorno dopo la catastrofica eliminazione della 4x100 emergono nuovi elementi su una giornata di sospetti e accuse che hanno sfiorato anche Marcell Jacobs, con la sua rinuncia a correre la batterie causa un risentimento al polpaccio. C’è anche chi ipotizza che sia stato il neo campione europeo a tirarsi indietro pochi minuti prima di entrare in camera di chiamata, mettendo così in difficoltà il team. La realtà è ben diversa: era Marcell a insistere per correre già la batteria, quando all’indomani del trionfo sui 100 (vistoso cerotto al polpaccio sinistro) c’era chi più prudentemente ipotizzava un suo utilizzo solo per la finale di stasera, per dargli 48 ore in più per recuperare senza rischiare un altro infortunio.
Sono stati momenti concitati. Si è saputo delle perplessità espresse da coach Camossi a impegnare subito Jacobs. , seguiva un confronto con i tecnici federali, il d.t. Antonio La Torre e il responsabile del settore Filippo Di Mulo. Già poche ore dopo l’oro sui 100, più di un tecnico aveva azzardato che non sarebbe stato “carino” nei confronti degli altri frazionisti reinserire Marcell solo per la finale. Tutto si risolveva con la decisione dell’olimpionico di non correre sotto la pioggia per il fastidio accusato nell’ultima fase del riscaldamento.

L’intervento

Una ricostruzione che getta ombre sui vari livelli di gestione tecnica degli atleti. Tanto che nel pomeriggio, forse tardivamente, nella disputa interveniva lo stesso presidente Stefano Mei. «La prossima volta ci terrei ad essere informato tempestivamente», il suo commento a freddo. Al termine di una giornata di incomprensioni incrociate, a pagare il prezzo più alto sono stati gli staffettisti - eliminati in un modesto 39”02, ma solo dopo il ricorso accolto della Turchia - e in primis l’immagine dello stesso Jacobs. L’unico che sarebbe andato in pista anche con le stampelle, ma la cui assenza è stata associata ingiustamente da alcuni a un eccesso di egoismo. Un po’ più di chiarezza avrebbe di sicuro sgombrato il campo da equivoci e interpretazioni fallaci. Perdendo di vista l’obiettivo finale: salvaguardare le fragilità fisiche di un campione che tutto il mondo ci invidia.


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