Ganna, scatta l’ora più importante

In Svizzera assalto al record: da battere i 55,548 km di Bigham per riportare in Italia un primato che manca ormai da 38 anni
Ganna, scatta l’ora più importante© EPA
Giorgio Coluccia
4 min

Una volta ottenuto il via, Ganna partirà da fermo e la lunghezza finale del suo tentativo verrà presa alla fine del giro successivo allo scadere dell’ora esatta. A spanne, dovrà immolarsi in 60 minuti da macinare a quasi 56 all’ora. Una prova ai limiti della sopportazione umana, tanto che subito dopo la riga bianca sarà appostato sia il personale medico sia i massaggiatori per garantire i primi ristori a un corpo esausto e svuotato. Al netto delle novità regolamentari, il record dell’Ora manca all’Italia da 38 anni e Ganna per riuscirci avrà dalla sua l’enorme budget messo a disposizione dalla Ineos e una dozzina di persone a bordo pista tra tecnici, meccanici e fisioterapisti. A battergli il tempo giro dopo sarà il c.t. della Nazionale su pista, Marco Villa, colui che l’ha lanciato tra i grandi nella specialità fino all’oro olimpico di Tokyo nel quartetto dell’anno scorso. Ieri il fuoriclasse piemontese ha testato la nuova bici ai 451 metri di quota di Grenchen, stasera salirà in sella alle 20 in punto (diretta integrale su Rai Sport ed Eurosport 1) per entrare nella storia e spazzare via le critiche dopo una stagione deludente rispetto agli obiettivi che si era posto su strada. Il record da battere è quello di Dan Bigham: 55.548 km.

Ganna, c’è più voglia di fare il record o di scendere in pista?
«Direi entrambi, anche se mi aspetto un’ora di pura sofferenza. Sono curioso di vedere come e quanto reggerà il mio corpo,. Lo vedo come un tentativo di mettere alla prova i miei limiti fisici e mentali».

Com’è stato l’impatto con la nuova bici?
«In una sola parola direi che è super veloce, mi piace molto. Questo è davvero un altro livello rispetto alle bici usate in passato, tutto il team ha dedicato tempo e sacrifici per questa occasione. Hanno fatto la loro parte, adesso tocca a me. Mentalmente una bici così mi darà già qualche metro in più prima di cominciare».

Il record supererebbe la gioia per l’oro olimpico?
«Se dovessi riuscirci, lo metterei comunque in seconda posizione. Semplicemente perché l’oro olimpico l’ho vinto assieme ai miei compagni in Nazionale. E vincere insieme è più importante che vincere da soli perché lo sport è come la vita: insieme possiamo fare davvero la differenza».

I dati degli ultimi giorni potrebbero influenzarla?
«Posso dire che sono numeri soddisfacenti, ma non conteranno nulla ai fini del possibile record. Non so se sono al top della forma, ma di certo le vacanze stanno per arrivare finalmente (ride; ndr). Ho vissuto una stagione estenuante».

L’obiettivo è solo Bigham?
«Onestamente mi basterebbe fare un metro in più. Poi però ci penso e punto a raggiungere il record dei record, insomma una vera esplosione per lasciare un segno destinato a durare».

C’è stato un confronto con BIgham sulle tabelle di marcia?
«Lui per me ha già fatto tanto, si è immolato in questa causa non per un tornaconto personale. Con lui negli ultimi giorni abbiamo discusso del ritmo, mi ha dato molti consigli per l'ultima parte perché è in quei frangenti che di solito le cose finiscono per andare bene o male».

Quei 35 minuti a oltre 56 all’ora registrati a Montichiari?
«Mi fanno piacere, ma per il tentativo di Grenchen non significano nulla. Magari stavolta dopo 36 minuti crollerò (ride; ndr). Dovrò riuscirci in un'ora e questa differenza è enorme».

Smaltite le delusioni legate al Mondiale australiano?
«Pensarci su non avrebbe portato a nulla. Anzi, per fortuna ho avuto questa straordinaria occasione per resettare. Non vedo l’ora di cominciare, sono convinto di non aver lasciato nulla al caso».

A chi dedicherebbe un eventuale record?
«Sarò ripetitivo, ma vorrei condividerlo e assegnarlo a tutta la squadra. Soprattutto a chi ci ha messo tanto amore lavorando per mesi su questo progetto. Io devo solo spingere i pedali, al resto ci hanno pensato loro. All’inizio la bici pensavo fosse pesante, ma dopo cinque minuti prendi il ritmo ed è una vera goduria pilotarla in pista».


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