Filippo Ganna, il suo ingegnere ha un record speciale

L’inglese Dan Bigham, assoldato all’inizio del 2022 dal Team Ineos con un’unica missione
Filippo Ganna, il suo ingegnere ha un record speciale© EPA
Giorgio Coluccia
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Dietro al tentativo di stasera di Filippo Ganna c’è il contributo fondamentale di un ingegnere delle prestazioni: l’inglese Dan Bigham. Classe 1991, assoldato all’inizio del 2022 dal Team Ineos con l’unica missione di preparare il terreno al record dell’Ora da parte del fuoriclasse piemontese.
Bigham non solo ha preparato il terreno a dovere, ma nel suo tentativo dello scorso 19 agosto al velodromo di Grenchen ha stampato il nuovo primato a 55.548 chilometri, facendo leva su una buona tenuta atletica in qualità di pistard esperto. Insomma, un atleta prestato al campo ingegneristico e viceversa, che però stasera non sarà al velodromo a osservare le gesta di Ganna a causa del matrimonio fissato anzitempo. «Mia moglie mi lascerebbe all’istante, non posso sposarmi in tutta fretta e poi volare in Svizzera» ha scherzato Bigham, reclutato dal team britannico per testare ritmo, cadenze, tabelle di marcia e anche la bicicletta, visto che su quella di Ganna stasera saranno diversi soltanto sella, pedali e punti di contatto per le braccia.

Precursore a tutti gli effetti

Un precursore a tutti gli effetti, immolatosi per regalare la gioia ad altri. «L'aerodinamica è tutto in questa specialità - ha raccontato il detentore del record attuale -. La massa della bici conta ben poco, non ha senso preoccuparsi di quanto sia pesante perché bisogna occupare nell’aria una porzione meno vasta possibile. Non a caso il telaio ha delle increspature nella parte anteriore e nella parte centrale per permettere lo scivolamento in progressione. Tutto questo sembra una sciocchezza, ma in realtà può farti guadagnare 200 metri su ogni giro. E alla fine la somma fa la differenza sul totale, soprattutto quando bastano pochi metri per fare il nuovo record».
I dettagli dietro a una prova del genere sono innumerevoli, dalle condizioni climatiche all’umidità nell’aria, dal cambio di postura ai blocchi di cadenze da mantenere. Una delle poche rivelazioni di Bigham, infine, riguarda la fisiologia termica, studiata a lungo a tavolino per permettere a Ganna di non andare in sofferenza nei venti minuti finali. «La temperatura interna può andare oltre i 40 gradi. Sembra incredibile, ma si perdono chili di peso e anche le luci del velodromo non devono emettere troppo calore altrimenti manderebbero tutto all’aria». Parola di Bigham, l’atleta-ingegnere che ha riscritto la storia.


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