Paltrinieri, missione Rio scortato da mamma

Greg e Lorena ambasciatori dell'iniziativa ”Grazie di cuore, mamma". «Quante soddisfazioni da un figlio così giovane, è bellissimo»
Paltrinieri, missione Rio scortato da mamma
Paolo de Laurentiis
5 min

«Quello che fa sorprende anche noi…». Lo ammette senza problemi mamma Lorena. Gregorio Paltrinieri è l’uomo d’oro del nuoto (e dello sport) italiano. Campione del mondo nei 1.500 in vasca lunga, primatista mondiale in vasca corta. Le Olimpiadi di Rio da favorito: fatta eccezione per il Duel in the Pool, affrontato in America sotto fuso orario poco più di un mese fa, non perde un 1.500 praticamente da due anni. E’ la Procter & Gamble che ha riunito Greg e Lorena. L’azienda, partner del Coni (e produttrice, tra gli altri, di marchi come Dash, Gillette, Head & Shoulders) li ha scelti come ambasciatori dell’iniziativa «Grazie di cuore, Mamma» promossa in occasione di Rio 2016. Quattro anni fa toccò a Matteo Tagliariol (spada) mentre nel 2014, per le Olimpiadi invernali, a Carolina Kostner. «Attraverso loro - dice Barbara  Del Neri della P & G - vogliamo essere accanto a tutti gli atleti sostenendoli nel viaggio verso Rio 2016, celebrare le loro mamme e anche tutte le mamme del mondo, che con grande passione e sacrificio crescono e trasmettono forza ai figli».
    E di forza questo ragazzo di 21 anni ne ha parecchia. Una carriera già piena di successi, Greg si è fatto uomo sotto gli occhi di Lorena (e di papà Luca). Discreti come sempre: mai una parola o un gesto fuori posto, solo tanta (legittima) soddisfazione e un bel po’ di genuino stupore: «Ho visto le foto dopo l’oro di Kazan - scherza Gregorio - erano sbalorditi…». «E’ proprio così - conferma la mamma - ci sorprende ogni giorno, non avremmo mai pensato che potesse ottenere certi risultati. E’ una soddisfazione immensa. A Kazan quasi non ci credevamo. Purtroppo ci siamo persi il record del mondo in vasca corta di Netanya, in Israele».
    A Rio invece la famiglia sarà al completo: «Penso proprio di sì - stavolta è il figlio a parlare - devo solo trovare il biglietto per papà. Credo che ci sarà anche Leti (la fidanzata di sempre, Letizia, ndr)». Tutti insieme appassionatamente. E se la meta sul calendario è sempre più vicina, questi mesi che mancano per Greg che si allena sono lunghissimi: «Gennaio è stato il più duro di sempre, mai nuotato così tanto. Sempre 20-22 chilometri, spingendo dall’inizio alla fine. Sono stanco ma contento, perché mi sento bene».
    Proprio in queste settimane il gruppo di Ostia, allenato da Stefano Morini, ha potuto contare sulla… compagnia di un contingente straniero (due ucraini e un brasiliano) che ha rotto la monotonia: «Ci è servito - spiega Greg - per la compagnia e perché ci siamo accorti di quanto siamo avanti rispetto agli altri». Ora però di si parte: collegiale in altura (in Messico), poi una decina di giorni di lavoro al caldo di Fort Lauderdale, in America: «Ne abbiamo bisogno, il clima mite aiuta e abbiamo un impianto straordinario tutto per noi». Il primo passo verso Rio sarà ad aprile, in occasione dei campionati italiani di Riccione: Greg è già qualificato ma in quell’occasione verificherà i progressi fatti negli ultimi mesi. Poi gli europei di Londra a maggio, fatti come tappa di passaggio, e quindi ad agosto le Olimpiadi.
    Un’occhiata agli avversari non guasta mai. Il primo nome sul taccuino resta quello del cinese Sun Yang, oro olimpico a Londra, primatista del mondo ma anche un percorso molto tortuoso e misterioso soprattutto nelle ultime due stagioni: a Kazan disertò a sorpresa la finale dei 1.500, solo pochi giorni fa si è rotto il dito di un piede lavorando in palestra e dovrà restare fermo per sei settimane. Paltrinieri non si fida: «Resta fortissimo, io penso a lavorare. Non ho idea di cosa farà lui a Rio, sono sicuro che vorrà fare bene anche i 200 e i 400 come ha fatto a Kazan. Poi all’ultimo giorno avrà i 1.500. Non so come ci arriverà. L’unica cosa che posso fare è andare più forte possibile». Uno degli avversari “rischia” di essere il compagno di allenamenti Gabriele Detti: «Sta lavorando bene, ci confrontiamo tutti i giorni. Sono sicuro che in finale ci sarà anche lui, a quel punto sono tutti pericolosi e tutti vorranno fare la gara della vita». Non ci stupiremmo di vedere due azzurri sul podio dei 1.500…

Il dopo Rio invece è ancora tutto da scrivere. Attratto dall’America e dal loro modo di fare sport, Paltrinieri non ha voglia di fare programmi adesso: «Ora le Olimpiadi, poi vedremo. L’America è bella, il Duel in the Pool è stata un’esperienza straordinaria e anche noi dovremmo organizzare le cose in quel modo. Ma con Morini mi trovo benissimo e se vado all’estero… poi sono all’estero, non so quanto sia conveniente farlo». Una certezza però c’è: «A Rio si chiude un quadriennio di grande lavoro ma non ho nessuna intenzione di rallentare o prendere periodi sabbatici, sono giovane e se come spero sarò ancora tra i primi del mondo ho voglia di continuare a gareggiare ad alto livello». Non solo in piscina: «Le acque libere sono un altro mio grande sogno. Non necessariamente l’anno prossimo, magari più in là. Però mi piacciono e credo che una gara sui cinque o dieci chilometri sia perfetta per le mie caratteristiche. Ammetto di aver pensato di fare un 5mila già a Riccione, il prossimo aprile. Ma è meglio se mi concentro solo sui 1.500…». Dove non si finisce mai di imparare: «Sto lavorando sui dettagli: la tecnica di bracciata, le virate. Tutte piccole cose che magari da fuori non si vedono ma nel momento decisivo possono fare la differenza». Soprattutto in una finale olimpica…


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