Sincro, Minisini poker d’oro: «Chi bullizzava si sarà ricreduto»

«Dieci anni fa non c'era niente. Sì, ho pensato che stavo buttando la mia adolescenza ma oggi eccomi qui, contro tutti i pregiudizi»
Sincro, Minisini poker d’oro: «Chi bullizzava si sarà ricreduto»
di Paolo de Laurentiis
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Quattro medaglie d’oro: aspettando le fatiche di Paltrinieri, mister europei è Giorgio Minisini, 26 anni, che ieri ha chiuso vincendo anche la prova mista tecnica in coppia con Lucrezia Ruggiero. Ridere o piangere? Questo è il dilemma. Perché dietro il Minisini che festeggia con occhiali improbabili e cappello floreale c’è un viaggio lungo più di dieci anni che alla fine lo fa commuovere: «Se ci ripenso… Sì che ho avuto dubbi ma quando ho cominciato io, unico maschio del sincronizzato, non c’era niente. La strada era spianata ma senza nessuno da imitare, a cui ispirarmi: ero solo, senza una squadra, senza un campionato italiano, senza una nazionale, senza un obiettivo come europei, mondiali e olimpiadi. E poi la diffidenza, le battute che feriscono». Che oggi, con quattro medaglie al collo, pesano un po’ meno: «Magari quelli che mi prendevano in giro, ora si sono ricreduti. Non porto rancore nei confronti di nessuno ma so cosa ho passato. So che più volte ho pensato che stavo buttando la mia adolescenza».

Il punto è resistere. Ma come? «Appoggiandomi alle persone che mi vogliono bene, a partire dalla mia famiglia. Mi hanno sempre sostenuto anche nei momenti difficili. Così come mi sento, in questo momento, di ringraziare tutti. Chi fa battute e bullizza è solo ignorante, nel senso vero del termine: non conosce le cose. La visibilità che stiamo avendo in questo momento pesa tantissimo perché fa cambiare idea a chi è diffidente. Sono sempre più convinto che questo sport vada visto: chi lo fa, poi se ne innamora».

Le medaglie hanno un valore: «Sì, ma relativo. Fermo restando che per me è un onore solo essere accostato a un atleta del calibro di Paltrinieri. In questi giorni do un peso forse ancora più grande all’esperienza, al calore del pubblico, alla passione dei tifosi che abbiamo sempre percepito. Oggi, a quel ragazzino di 12 anni che stava aprendo una strada mai percorsa da altri, posso dire che può essere fiero di quello che ha fatto».

Il bilancio è positivo: «Sì, io ho avuto fortuna perché ho ottenuto risultati vincendo campionati del mondo e campionati europei. Ho dovuto lavorare molto, anche con uno psicologo prima della pandemia, per trovare il mio equilibrio». E oggi eccolo qui Giorgio Minisini: cappello a fiori, quattro ori europei e tanta strada ancora da percorrere, sempre meno solo.


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